Fuorisalone 2018. Piccole storie alla Milano Design Week: Superloft
In Zona Tortona, un loft in cui è possibile trovare materiali antichi ma perfetti
Anche durante la grande festa di Salone e FuoriSalone può capitare di fare incontri particolari.
Nella grande sagra del design di Zona Tortona, all’interno di Superdesign Show, “Superloft” è una rassegna di prodotti curata da Giulio Cappellini che presenta un loft, super appunto, popolato di pezzi di sicuro gusto e interesse. Ma qualcosa ti colpisce fuori dal coro, qualcosa che parla di altro e che è molto più vicino a un materiale che a un prodotto, più vicino al lavoro di un artigiano che a quello di un’azienda.
Un grande quadro dalle delicate gradazioni di centinaia di colori ti accoglie all’ingresso. Non è un quadro, invero, ma quella che oggi chiameremmo una mazzetta colori del 1889 della vetreria Orsoni, l’unica fornace accesa rimasta a Venezia e collocata nel ghetto. Realizzato per l’esposizione Universale di Parigi che diede i natali alla torre Eiffel, questo campionario è tutt’ora valido e costituisce la base di una biblioteca di colori in pasta di vetro che arriva addirittura al numero di 3.500 esemplari gelosamente custoditi nella sede lagunare dell’azienda, ora posseduta dal Gruppo Trend e guidata da Massimo Bisazza. Dal 1888, viene utilizzata una grande artigianalità per creare smalti veneziani e mosaico a foglia d’oro 24 carati, sapienza che servì ad Antoni Gaudí per la decorazione della Sagrada Familia, per la realizzazione di opere come il Trocadero e la Basilica del Sacro Cuore a Parigi, la cattedrale di Saint Paul a Londra, La Tomba di Rudolf Nureyev e molte altre opere musive della cultura architettonica araba e orientale. Ad oggi Orsoni è l’unica fornace che può produrre “l’Oro San Marco” destinato al restauro artistico della Basilica veneziana.
Straordinari colori anche da Pecchioli, che non è altro che l’antica fornace fiorentina di Galileo Chini, protagonista dell’Art Nouveau in Italia, che tanti lavori realizzò nel mondo molto prima che questo fosse globalizzato. Una storia tanto affascinante quanto insolita, che ha permesso alla sapienza dell’uso del colore di posarsi in forma di smalto su qualsiasi materiale, basta che sia naturale, dal cotto al grès porcellanato. I risultati sono superfici uniche, colori profondissimi, brillanti ed affascinanti che fanno dell’imperfezione il proprio vanto e la propria caratteristica donando a chi li guarda e li tocca gioia ed emozione, all’insegna del motto che recita che “il prodotto è la materia e l’arte è l’anima”.
Nella rutilante design week ci conforta ritrovare in questi mondi un elogio dell’imperfezione di materiali antichi, ma perfetti, realizzati con sapienza e maestria e ancora oggi a disposizione di chi li sappia capire, apprezzare ed utilizzare.
Nato a Milano (1963), dove si laurea in architettura al Politecnico nel 1987. Nel 1989 inizia il sodalizio con Pierluigi Cerri presso la Gregotti Associati International. Nel 1991 vince il Major of Osaka City Prize con il progetto: “Terra: istruzioni per l’uso”. Con Bruno Morassutti partecipa a concorsi internazionali di architettura ove ottiene riconoscimenti. Nel 1998 è socio fondatore dello Studio Cerri & Associati, di Terra e di Studio Cerri Associati Engineering. Nel 2004 vince il concorso internazionale per il restauro e la trasformazione della Villa Reale di Monza e il Compasso d’oro per il sistema di tavoli da ufficio Naòs System, Unifor. È docente a contratto presso il Politecnico di Milano e presso il Master in Exhibition Design IDEA, di cui è membro del board. Su incarico del Politecnico di Milano cura il progetto per il Coffee Cluster presso l’Expo 2015