Passegiando tra corti, giardini, spazi pubblici da riscoprire

Passegiando tra corti, giardini, spazi pubblici da riscoprire

 

L’occasione di Salone e Fuorisalone ha aperto e animato corti e giardini chiusi, da Sant’Ambrogio agli spazi adiacenti al Costello Sforzesco, dall’Università degli Studi alla Citylife di Daniel Libeskind

 

Il Fuorisalone non è solo esposizioni di prodotti ed eventi, ma anche l’occasione per scoprire o riscoprire cosa si nasconde dietro ai portoni dei palazzi milanesi. Cortili e giardini inaspettati si svelano durante una Design Week che permette di vivere gli spazi pubblici della città perché anche piazze e strade diventano il palcoscenico per il design.

Iniziamo la nostra ideale passeggiata dal Sant’Ambrogio District, e in particolare dallo Spazio Rossana Orlandi. La galleria, in una ex fabbrica di cravatte nel quartiere di Magenta, è da anni luogo in cui trovare il design più all’avanguardia. Spazi espositivi non convenzionali si mescolano a showroom, negozi e cortili interni verdi, molto suggestivi, dove convivono diverse attività. In via San vittore 49, nell’ex convento, la mostra “Doutdesign”, collettiva di giovani designer under 35, con la speciale partecipazione dello Studio Albini Associati che ha presentato un progetto mai realizzato di Franco Albini, la “Poltrona Sospesa” mentre, nella nascosta corte verde, ha preso vita lo Street Food Festival. Ha aperto le porte al design anche l’Antico Oratorio della Passione accanto alla Basilica di Sant’Ambrogio, quinta suggestiva per gli originali e colorati oggetti del designer tedesco Markus Benesch.

Proseguendo verso Corso Magenta il cortile d’onore di Palazzo Litta ha ospitato l’installazione “Tempietto nel Bosco” dello studio londinese Asif Khan. Un padiglione che invade completamente lo spazio e che idealmente interpreta l’elemento naturale del bosco in cui il visitatore può perdersi o fermarsi a sostare.

Quest’anno anche gli spazi adiacenti al Castello Sforzesco si sono animati con “INHABITS”, un’esposizione dedicata alle soluzioni più innovative per l’abitare per scoprire la “casa nel futuro” (realizzate da aVOID Tiny House, La maggiò Engineering  & Construction, Rubner Haus, Aktivhaus): residenze “su ruote”, strutture dedicate al business e all’ospitalità, wellness e ristorazione. Gli spazi pubblici diventano stimolo per scambi e interazioni grazie anche alle installazioni realizzate da Progetto CMR, Piuarch, Studio Laviani e TAMAssociati.

A pochi passi, facendo attenzione a non calpestare i bei disegni realizzati sull’asfalto dagli artisti di Hermès, nel giardino della Triennale di Milano troviamo la mostra “Ark & Craft” e le coloratissime Poltronova di Archizoom.

L’Università degli Studi di Milano è, come ogni anno, il teatro della rivista Interni, ottima occasione per rivedere le bellissime corti della Ca’ Granda. Tanti i nomi noti che hanno partecipato, ma poche le installazioni interessanti. Lorenzo Damiani per Ikea realizza una piccola abitazione dalle forme archetipe, idealmente trasportabile. Le superfici interne sono interamente rivestite con elementi modulari del catalogo Ikea disposti in modo eterogeneo a creare un’unica composizione in cui l’elemento singolo si perde nell’insieme. Infine, l’architettura coreografica del “Baldacchino” dello studio inglese Stanton Williams Architects.

In centro, in San Babila è impossibile non notare la gigantesca installazione artistica di Studio Job sulla facciata dell’ex Garage Traversi, mentre in Corso Venezia 11 è possibile vedere (possibilmente col buio) il progetto di MAD Architects nel grande cortile a pianta quadrata del Seminario arcivescovile. Un ambiente futuribile, illuminato da uno specchio d’acqua sovrastato da un anello di luce circolare, simbolicamente il quinto dei quattro anelli Audi. Sempre in Corso Venezia nella corte di Palazzo Bovara ci immergiamo nella più rilassante atmosfera dello “Strange Garden” di Marco Bay. Non una corte o un vero giardino, ma sicuramente un allestimento interessante quello di Artemide, che realizza un piccolo giardino all’interno dello show-room per allestire i progetti “O” realizzati con lo studio Elemental di Alejandro Aravena.

Anche il giardino delle Gallerie d’Italia ha aperto le proprie porte e ha accolto, acconto alle celebri sculture presenti, le installazioni luminose “Dandelion” di Luca Trazzi.

A Brera, tantissime le corti accessibili che hanno ospitato aziende, da IGuzzini in via Brera a Dimorestudio in via Solferino, ma uno dei luoghi più suggestivi è sicuramente l’Orto Botanico. Qui, Eni, in partnership con Hive, ha presentato l’installazione ideata dai giovani architetti di SOS – School of Sustainability, la scuola post laurea voluta da Mario Cucinella. L’installazione interpreta il giardino settecentesco come una contemporanea smart city dove i visitatori possono immergersi in una scenografia popolata da più di 700 piccole unità abitative luminose e “smart”.

Uscendo dall’Orto, non si può non passare a vedere la ritrovata corte di Palazzo Citterio con il suo giardino. Anche in Piazza Gae Aulenti non poteva stare ferma a guardare: “LightHenge” è l’installazione di luce e suoni di Stefano Boeri, mentre a poca distanza, “Hidden Garden” un “giardino segreto” pensato dallo studio Pierattelli Architetture come uno spazio in cui riappropriarsi del tempo e recuperare il rapporto con la natura (anche se forse un po’ piccolo e la Torre Unicredit un po’ incombente)

Concludiamo il giro passando nel giardino privato dei palazzi Libeskind a City Life per visitare una piccola mostra all’interno del suo Loft. “La città moderna”, opere su carta di sei grandi artisti italiani del Novecento – Afro, Boccioni, Depero, Russolo, Sant’Elia e Sironi – presenta al pubblico per la prima volta una selezione di lavori provenienti dalla Collezione Ramo di Milano, una delle maggiori raccolte private di opere su carta del XX secolo, iniziata alcuni anni fa dall’imprenditore milanese Giuseppe Rabolini.

Immagine di copertina: l’Orto Botanico (© Arianna Panarella)

 

 

Autore

  • Arianna Panarella

    Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi

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