Brera Design District, nel cuore dell’innovazione
Il design che permea le strade, gli showroom e le case di tutto il distretto
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MILANO. Anche quest’anno per il Fuorisalone 2019 lo storico quartiere degli artisti e dei poeti milanesi ha celebrato il design trasformandosi in un grande evento collettivo, tra i più frequentati, nei sette giorni di kermesse. Per celebrare la decima edizione del distretto, il tema scelto da Studiolabo, l’agenzia e studio creativo che sta dietro le quinte, è stato “Design your life”, un invito a concentrarsi maggiormente sull’impatto sostenibile del lavoro dei progettisti.
Nella Brera Design District il design era ovunque, quasi impossibile non respirarlo: showroom, gallerie, appartamenti, sottotetti, attici, atelier d’artista, strade, giardini e i cortili interni hanno ospitato le collezioni di designer e aziende, anticipando mode e tendenze.
Percorrendo la storica via Brera a Palazzo Cusani, il designer franco-italiano Marc Ange ha immerso i visitatori in un giardino immaginario intitolato “Il Giardino di St-Germain” e presentato la nuova collezione nelle suggestive sale del Palazzo.
La natura è stata anche il soggetto di “The Circular Garden”, progetto di Carlo Ratti Associati con Eni nell’Orto Botanico di Brera. L’installazione, parte della mostra-evento “Human Spaces” della rivista «Interni», ha sperimentato l’uso di un materiale inaspettato: i funghi, la cui radice fibrosa è stata utilizzata per costruire strutture ad arco alte circa 4 metri. Il progetto esalta le possibilità di un’architettura che cresce e si sviluppa in modo organico: le installazioni, infatti, saranno smantellate e restituite alla terra, dando inizio a un nuovo ciclo virtuoso di crescita. Peccato però che hanno reso poco l’idea della “stanza” e risultavano, anche rispetto a precedenti allestimenti, scarsamente suggestive. Il vero protagonista è stato l’orto con piante e fiori dal design straordinario.
Unifor ha festeggiato il suo 50° anniversario all’interno dell’Accademia con un volume curato da Fulvio Irace edito da Skira e coinvolgendo Ron Gilad nella realizzazione di un’installazione nel Cortile d’onore, nella Sala napoleonica e nella Sala della passione della Pinacoteca.
Tra le strette vie intorno a via Brera, interessante un nuovo marchio Belga, Co.llection, che realizza prodotti per una società che ha sempre più il bisogno di organizzare spazi compatti come per esempio CUBE, un cubo molto raffinato che all’interno contiene tutto il necessario per mangiare, bere o cucinare. Straordinario l’allestimento realizzato da MtMasking Tape, storico produttore di nastri adesivi in carta di riso con l’installazione progettata dal direttore artistico Koji Iyama, dello studio Iyama Design di Tokyo.
Cuore di diverse esposizioni anche via Solferino. Nello spazio Missoni, “Home Sweet Home”, quest’anno affidato ad Alessandra Roveda un progetto totalizzante nel quale ha coperto di fili di lana qualsiasi cosa dando vita ad una vera e propria opera d’arte. Tra i civici più affollati Solferino 11, con la presenza di diversi progetti, sparsi nei vari appartamenti e diverse scale, tra questi: il brand di arredi Talenti ha presentato cinque ricercate stanze firmate Ludovica + Roberto Palomba in collaborazione con Rubelli; “Living Experience” ideato e curato da Alessio Conti, dove materiali, colori e luce hanno dato vita a un progetto che ha coinvolto più realtà imprenditoriali con brand anche giovani e interessanti come Spazio B5 con Doodesigne Sapiens Design con la premiata lampada Oplàmp; “Budapest Select”, un marchio di Hungarian Fashion & Design Agency che raggruppa l’eccellenza della moda e del design ungherese con una piccola ma interessante mostra che indagava l’intersezione tra design ed arte.
Nei Brera Design Apartment, nella vicina via Palermo, anche in questo caso persi tra cortile e appartamenti privati, era impossibile non notare: “Planetario”, il progetto di interni retro-futuristico di Cristina Celestino per Besana Carpet Lab; salendo al primo piano, ecco un altro appartamento e un nuovo progetto d’interni, quello curato da The Socialite Family, l’innovativa piattaforma digitale, ideata da Constance Gennari, dedicata alla decorazione e all’arte di vivere che per il FuoriSalone si è trasformata in uno spazio fisico; ad un altro piano, PalermoUno, lo studio di Sophie Wannenes riempito di forme e suggestioni grazie a giovani talenti emergenti con un progetto corale dove il filo conduttore, tra i vari contrasti, è stato il colore che ridefiniva gli spazi delle otto stanze dello studio; suggestivo l’allestimento del brand brasiliano di calzature Melissa che ha presentato “Crochet“, un’installazione artistica che ha celebrato la partnership con i fratelli Fernando e Humberto ; infine, il brand finlandese Marimekko che ha celebrato i dieci anni della collezione Oiva all’interno di uno splendido e romantico sottotetto in cui ha esposto accessori per la casa e abbigliamento.
La Pelota quest’anno è stata la location per Hermès con il progetto Raw Material (Charlotte Macaux Perelman con Alexis Fabry), un labirinto di muretti a secco, con cui è stato disegnato il “paesaggio allestitivo”, quasi a proteggere le collezioni esposte, un’idea interessante ma forse poco suggestiva ed immersiva per il visitatore.
La storica azienda finlandese Artek, fondata a Helsinki nel 1935 da Alvar e Aino Aalto, Maire Gullichsen e Nils-Gustav Hall, con “FIN/JPN Friendiship”, ha celebrato la relazione esclusiva che lega Finlandia e Giappone unendo la tradizione artigianale e il design, contemporaneo e classico, di entrambe le culture. Tra i progetti più interessanti “Pieces of Aalto”, un libro realizzato da Akira Minagawa che raccoglie le conversazioni dell’artista giapponese, realizzate attraverso eleganti disegni in dialogo con i progetti di Alvar e Aino Aalto. Il design svedese è protagonista in via Statuto 4, con gli studenti della Lund University, in collaborazione con Ikea. “Off the Grid” è una piccola mostra in cui gli oggetti sono pensati in un’ottica a consumo zero, cioè progettati per non essere collegati ad apparati elettrici.
Lo showroom di Herman Miller Group, storica azienda fondata nel 1905, ha presentato “All Together Now”, una mostra immersiva che ha stravolto gli spazi attraverso cinque ambientazioni. Allestimenti, con stili molti diversi, che hanno messo in evidenza le infinite possibilità di design offerte dalla famiglia di marchi globali del Gruppo.
Alla Mediateca Santa Teresa quest’anno c’era Moooi, l’azienda fondata dall’eclettico designer olandese Marcel Wanders. In “A Life Extraordinary” divani, poltrone, sedie, tavoli, complementi, hanno fatto immergere i visitatori in un mondo che è “lussuoso, capriccioso e originale”, ma più suggestivo è stato il tributo di Wanders a Mendini. Nella sala cinema della mediateca è stata proposta una splendida rassegna di cortometraggi, documentari e video-interviste che raccontano del grande maestro scomparso da poco.
Non poteva non essere presente la Fondazione Sozzani con l’imperdibile mostra “Forme: Umberto Riva, architetto designer” (fino al 5 maggio). La mostra, curata da Gabriele Neri, si concentra sull’attività di Riva nel campo del design, sviluppata come ricerca complementare a quella architettonica e pittorica a partire dagli anni Sessanta. Con rari prototipi fuori produzione, pezzi unici, quadri, disegni e schizzi inediti provenienti dall’archivio privato dell’architetto, l’esposizione si sviluppa attraverso tre ambiti tematici. Il primo presenta Riva come “maestro della luce” con una selezione di lampade che formano molteplici installazioni. Il secondo è quello dell’arredo, punto di contatto tra architettura e design, mostrato attraverso pezzi storici e opere inedite. Una terza sezione riflette la complessità della sua ricerca grafica: quadri, elaborati architettonici e fotografie di edifici attestano la ricorrenza di certe matrici geometriche e la circolarità dell’opera di Riva. Completano l’esposizione il film inedito “Umberto Riva” a cura di Francesca Molteni e Claudia Adragna.
Nella vicina via Monte Grappa, nella sede del colosso Amazon, in collaborazione con lo Studio AMA Albera Monti Architetti, è stata presentata “House in a Box”, una selezione di prodotti che include articoli di design a prezzi accessibili, marchi di fascia alta, soluzioni innovative per la casa intelligente e vari servizi di Amazon che rendono l’esperienza d’acquisto intuitiva, veloce e divertente attraverso un allestimento accattivante dei vari spazi della casa visti come dei box luminosi.
Appena fuori dal “limite del distretto” impossibile non segnalare l’allestimento/evento di Gufram e 1stdibsper all’interno di EdenSkyHouse al 29° piano della Torre Breda, in Piazza della Repubblica, dove gli originali e storici arredi Gufram hanno animato gli interni e il terrazzo di circa 400 mq con vista mozzafiato sulla città.
Piccola nota sul vicino “Montenapoleone District”, che in occasione del FuoriSalone ha visto la partecipazione di molte aziende della moda: Miu Miu presenta il progetto speciale di arredo in edizione limitata, realizzato in collaborazione con M/M (PARIS) “M/Matching Colorstool”; nello showroom di Issey Miyake, il designer olandese Jólan van der Wiel, con 700 metri di tubicini in acrilico mostra il viaggio di una sola goccia d’acqua, raccontando come realizza oggetti in plastica, vetro e ceramica riproducendo i fenomeni fisici della natura; Oki Sato, fondatore dello studio giapponese Nendo, reinterpreta l’iconica borsa Le Pliageper Longchamp; Loewe ha celebrato l’artigianato con “Loewe Baskets”, un progetto espositivo con protagonista una collezione di opere d’arte sul tema delle arti manuali realizzate da undici artigiani internazionali a cui il marchio spagnolo ha chiesto di reinterpretare la propria arte – come l’intrecciatura del vimini, la trapuntatura e la calligrafia – utilizzando la pelle per ottenere cestini, borse e contenitori in edizione limitata che coniugano decorazione e funzionalità. Ed infine l’interessante collezione “Prada Invites” una serie di progetti incentrata sull’universo del nylon, il tessuto industriale attraverso un dialogo creativo, che ha visto protagoniste tre progettiste di primissimo piano: Cini Boeri, Elizabeth Diller e Kazuyo Sejima, nella realizzazione di un capo di abbigliamento o un accessorio.
Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi