Il comfort dei letti: prima il pensiero, poi la forma
L’opinione dei designer: intervista allo studio Spalvieri & Del Ciotto
Published 6 ottobre 2022 – © riproduzione riservata
Lo studio Spalvieri & Del Ciotto ha curato la progettazione di diversi modelli all’interno delle collezioni dei letti Perdormire. Ospitiamo il loro contributo nello Speciale “Cultura del Dormire” per approfondire l’approccio progettuale, le dinamiche collaborative e gli indirizzi di innovazione forniti dal gruppo pistoiese nello sviluppo dei prodotti per la zona notte.
Ci fornite una definizione personale di “cultura del dormire”? Quanto della persona stimola il progettista e quanto il progettista s’immedesima realmente nei futuri utenti?
Un designer per fare un buon lavoro deve comprendere a fondo il mondo a cui appartengono i progetti che realizza. Noi analizziamo da tempo la cultura del dormire. Una chiara tendenza nel mondo del bedding è certamente l’aumentata attenzione al comfort e alla salute da parte dei clienti finali, che sono molto attenti e informati su questi versanti. In un sistema letto è fondamentale scegliere bene il materasso, il topper, la rete, il cuscino, tutte cose che fanno la differenza nella qualità del sonno. Il letto è l’elemento d’arredo che deve accompagnare armoniosamente tutti gli altri elementi funzionali, raccontando noi stessi attraverso la sua immagine e contribuendo anch’esso al comfort, attraverso la morbidezza, l’accoglienza della testata e la qualità dei materiali. Ci immedesimiamo nei futuri clienti perché noi stessi siamo molto esigenti su queste tematiche; non ci basta l’estetica, ma vogliamo anche il comfort e la durata nel tempo di un prodotto.
Qual è il contributo progettuale offerto dallo studio Spalvieri & Del Ciotto alle collezioni Perdormire? Quale modello rappresenta maggiormente la sintesi estetica e funzionale del vostro modo di fare design?
Il nostro mantra è “vivere lentamente per pensare velocemente”. Cerchiamo la lentezza, nella vita e nel progetto. Le migliori idee nascono quando si ha tempo per pensare, per riflettere, per fare errori e poi correggerli. Per questo motivo abbiamo scelto di vivere e lavorare in campagna, dove c’è tempo e spazio, dove i ritmi sono spesso scanditi dalla natura. Cerchiamo di portare nel progetto e nelle aziende con cui collaboriamo tutto ciò che amiamo, l’attenzione e il rispetto per le cose fatte bene, la passione per i dettagli, che messi insieme fanno la qualità del prodotto. Per noi viene prima il pensiero, poi la forma che deve raccontarlo naturalmente. Progettiamo su misura: ogni collaborazione diventa un’occasione per capire a fondo un’azienda. Attraverso il dialogo s’interpretano i bisogni, i pensieri e gli intenti futuri. Sfruttiamo le tecnologie che ci vengono messe a disposizione, le plasmiamo, le usiamo in modo diverso e questo spesso ci permette di fare innovazione. Con Perdormire questo approccio si può trovare in tutti i modelli proposti, li amiamo tutti allo stesso modo.
Se dovesse elencare tre elementi chiave che caratterizzano la collaborazione con Perdormire e, soprattutto, le visione del vostro committente, a quali penserebbe?
Perdormire è un’azienda che ci ha permesso di fare design democratico, di portare la qualità del progetto ad un largo numero di persone. Ciò che ci ha meravigliato di questa collaborazione è stato il loro entusiasmo, il coraggio di affrontare nuove sfide, di abbracciare un approccio sartoriale al prodotto; tutte cose non semplici da mettere in pratica per un’azienda che fa grandi numeri. Hanno un reparto prototipi interno veloce ed efficiente che comunica con le linee produttive e con noi designer, aiutandoci a trovare le giuste soluzioni tecniche. Il risultato di questa collaborazione è stato la creazione di letti contemporanei, sartoriali e accessibili. L’azienda ha una forte storia nella produzione di materassi di qualità e questo le ha permesso di affrontare la produzione dei letti con una maggiore consapevolezza dei bisogni dei propri clienti, soprattutto riguardo al comfort.
Il letto, a suo avviso, si relaziona più con l’utente o con lo spazio? Può un designer assumere il ruolo di collettore delle istanze e delle attività di ricerca nel campo delle neuroscienze, dei materiali avanzati, della sensoristica e della salute in generale?
Il letto deve relazionarsi sia con l’utente che con lo spazio in cui viene inserito. È un elemento d’arredo estremamente intimo e deve accompagnarci per anni senza essere invadente. Il designer è certamente un collettore tra mondo della ricerca e produzione, capace di aiutare l’industria nel capire cosa offrire ai propri clienti. L’azienda e il progettista devono condividere gli stessi principi progettuali. Noi con i nostri prodotti cerchiamo di veicolare un pensiero fatto d’innovazione vicina all’uomo, comprensibile e utilizzabile. Non amiamo la tecnologia fine a se stessa o usata come strumento di marketing. I materiali avanzati non devono diventare un vezzo estetico, ma fondersi nel progetto per dare vita a prodotti senza tempo, da vivere quotidianamente.
Dal vostro punto di vista, le tendenze dei prossimi anni in questo settore saranno spinte maggiormente dalla sostenibilità o dalla tecnologia? Riusciremo realmente a commercializzare letti “green” o “attivi” in grado di ridurre o eliminare i disturbi del sonno?
Il futuro del design nel mondo notte sarà sempre più orientato alla creazione di prodotti che fondono bellezza e comfort, per ottenere sistemi letto capaci di farci stare bene fisicamente e di appagarci psicologicamente. Paradossalmente l’aumentare della tecnologia nella vita quotidiana ci sta facendo dormire meno e peggio, sarebbe un paradosso usare la tecnologia per ridurre i problemi causati dalla tecnologia stessa. Siamo più orientati alla creazione di prodotti green, che usano materiali biologici, metodi produttivi poco impattanti. La tecnologia deve essere usata a monte, nel processo produttivo e non tanto a valle nel prodotto finito quando si parla di prodotti per il sonno. Per intenderci, noi vorremmo oggetti che ci invoglino a dormire come facevano i nostri nonni, che esprimano morbidezza e ci invitino alla lentezza, alla lettura e al dialogo e non ad essere connessi anche durante la notte. In fondo non servono oggetti tecnologicamente attivi per dormire bene e ridurre i disturbi del sonno. Basta essere tranquilli, al buio, in un luogo confortevole e silenzioso.
Chi sono Valentina Del Ciotto e Simone Spalvieri
Nati nel 1982, rispettivamente a Francavilla al Mare (Abruzzo) e a Tolentino (Marche), Valentina Del Ciotto e Simone Spalvieri si incontrano nel 2003 alla SAAD di Ascoli Piceno dove si laureano in Disegno Industriale e Ambientale. Proseguono gli studi al Politecnico di Milano con la laurea magistrale in discipline affini (Del Ciotto in Interior Design e Spalvieri in Industrial Design). Fin da subito uniscono vita e lavoro, aprendo uno studio e formando una coppia creativa.
Dopo aver vissuto e lavorato a Milano e a Londra, decidono di trasferire la propria base a Tolentino, un piccolo paese circondato dalla natura, un luogo ricco di imprese dedite alla produzione e all’industria.
Spalvieri & Del Ciotto Design Studio è concepito come un luogo di incontro in cui fondere idee, ricerca e sperimentazione. Il loro lavoro, segnato dalla ricerca di una purezza formale e funzionale, si costruisce intorno alla convinzione che ogni prodotto di design debba essere un valore da tramandare alle generazioni future, in modo da saper raccontare un pezzo della nostra storia e della nostra cultura.
L’intenzione è quella di umanizzare, attraverso il design, i nuovi materiali e le nuove tecnologie per favorire la comprensione e l’uso degli oggetti più innovativi.
Spalvieri & Del Ciotto Design Studio collabora con alcune delle principali firme del design italiano e internazionale tra cui Magis, Poltrona Frau, Fratelli Guzzini, Zanotta, Established & Sons, Lexon, Arena Waterinstinct, Mamoli, Colombo Design e Perdormire. Nel 2013 vincono il “Top Young Italian Industrial Designers Prize”, premiati da Massimo Vignelli con una mostra all’Istituto della Cultura Italiana di New York intitolata “Slow Design Exhibition”. Hanno ottenuto riconoscimenti internazionali come il Red Dot Award, il China Good Design e il German Design Award.
Ricercatore e industrial designer del CETMA, si occupa di design management, business development e processi di sviluppo prodotto. Mentore del progetto WORTH, il più grande incubatore europeo finanziato all’interno del programma COSME per la creazione e il supporto di collaborazioni transnazionali tra designer, PMI e technology provider che desiderano sviluppare prodotti innovativi e di design nei settori moda, tessile, calzaturiero, arredamento d’interni, pelle, gioielleria e accessori. Il suo gruppo di lavoro ha ricevuto diversi riconoscimenti e segnalazioni ADI Design Index, nel 2011 e nel 2016 le Menzioni d’Onore al Compasso d’Oro. Diverse le esperienze internazionali nei principali programmi di scambio studentesco e lavorativo, Erasmus, Grundtvig, Relate, EID e i progetti svolti all’interno dei programmi comunitari Interreg, IPA, Framework Programmes RTD. Svolge attività di docenza e gestione di laboratori all’interno della BS de “Il Sole 24 Ore”. Coordina la sezione Design de Il Giornale dell’Architettura.com e le rubriche SOS Design (Design per l’emergenza) e Professione Designer