Design a scomparsa, le ragioni di uno speciale

Design a scomparsa, le ragioni di uno speciale

Funzionale, evocativo, espressivamente forte e spesso contaminato dall’arte, è oggi una tendenza strutturale

 

Published 6 marzo 2024 – © riproduzione riservata

Sedie che si ripiegano come fogli di carta. Monitor TV che piovono dal soffitto. Complementi per sale da bagno mimetizzati tra le fughe delle ceramiche. E poi letti che si richiudono in discreti e anonimi mobili a muro, tavoli e consolle super compatte che si allungano a dismisura, luci che si appiattiscono sulle superfici d’installazione. Un mix generoso e creativo di soluzioni per camperisti, di atmosfere che esaltano i sostenitori delle architetture nude e degli amanti convinti dell’effetto “wow”, orgogliosamente approvato da moltitudini di utenti e consumatori esasperati dalla quotidiana lotta alla pulizia o traumatizzati da shock misofobici post-pandemici.

Il design a scomparsa, oggi, oltre ad essere una tendenza strutturale, sembra quasi un gruppo spalla di un concerto che verrà suonato dall’artista principale al quale si riservano i (pochi) spazi premium rimasti. Un design funzionale che lascia spazio ad un design evocativo, espressivamente forte, spesso contaminato dall’arte, al quale si lascia la porzione di palco libero della propria abitazione.

 

Tra piccoli “mostri” e ispirazione superiore

Il design a scomparsa ha poco a che vedere con le operazioni Abitacolo o Minikitchen di Munari e Colombo, spazi vitali concentrati in pochi metri quadri capaci d’interpretare le accelerazioni sociali e gli stili di vita degli anni sessanta e settanta. O, meglio, ne assorbe ed esprime alcuni concetti, ma l’idea è sicuramente più ampia e forse meno complessa.

Non sempre chi si è occupato di design a scomparsa ha generato soluzioni capaci di rimanere nella storia del design. Spesso, in verità, sono stati commercializzati piccoli “mostri” la cui ingegnerizzazione spinta li ha portati a presidiare maggiormente lo sgabuzzino rispetto al living. Il design a scomparsa è il trionfo delle guide e delle meccaniche, automatiche e non, che mostra e serve una soluzione d’arredo solo quando necessario e che non ha alcuna pretesa di essere protagonista nel processo di caratterizzazione estetica del progetto d’interni.

Esiste però un design a scomparsa d’ispirazione superiore, caratterizzato da un’elevata finezza, che vive di fessure, tagli perimetrali, piccole cavità, griglie impercettibili, avanguardistiche contaminazioni tra arte e funzione. Il suo manifesto è il filo-muro.

Abbiamo provato ad indagare il fenomeno del “salvaspazio” o del “trasformabile”, con tanto d’imprese del settore legno-arredo riconvertite a questo settore o consulenti specializzati esclusivamente formati per cercare e proporre vuoti da sfruttare come piani, contenitori, capsule e mini-cabine.

Emblematico ciò che accade nelle cappe da cucina, da sempre integrate nel pensile, poi svincolate da qualsiasi struttura e pomposamente sospese al centro del piano cucina. Ora la battaglia si gioca tra le cappe integrate nei piani cottura e le cappe nascoste a soffitto. È come se venisse a mancare ciò che da sempre il design ha riconosciuto e glorificato come suo, ovvero lo spazio di mezzo, come se gradualmente si stesse assottigliando la “middle class” del design. E questa nota dalle tinte buffe in realtà trova conferma dal punto di vista dimensionale ed economico se pensiamo che il design a scomparsa oggi figlia pouf cubici da 45 cm di lato che possono generare fino a quattro sgabelli con tavolino o automatismi per televisori da 70 pollici che ruotano e inclinano i display con investimenti da non meno di 5.000 euro.

In questa prima parte abbiamo approfondito il percorso storico che ha portato alla graduale affermazione del design a scomparsa nell’abitare contemporaneo, con particolare riferimento alla multifunzionalità (assegnare più funzioni ad un oggetto significa concentrare attività diversamente assolte da singoli oggetti, riducendone quindi la quantità nell’ambiente e individuando soluzioni che si estraggono e ripiegano all’occorrenza) e all’evoluzione del letto a scomparsa dai primi brevetti del 1900 alle ultime derivazioni su ruote presentate nel 2023.

 

Uno spazio di riflessione sul dettaglio

Ma il design a scomparsa è anche, bisogna dirlo, uno spazio di riflessione sul dettaglio o una dichiarazione d’impotenza rispetto all’obsolescenza tecnologica. Ti riservo uno spazio che tra pochi anni sarà occupato da un altro mobile, da un altro elettrodomestico, da un altro sistema di condizionamento e purificazione dell’aria. Una casa sviluppata con vani tecnici incastrati come all’interno di un Tetris dove tutto, nel bene e nel male, sarà armoniosamente occultato. 

Chissà quale sarebbe stato il parere di Achille Castiglioni a riguardo, colui che visse il design del suo tempo “vedendo attorno a sé la malattia professionale di prendere tutto troppo sul serio”, spesso circondato da colleghi incapaci d’ironizzare e giocare con gli oggetti.

 

Immagine di copertina: Pop Mural di Folditure è una performance di arte, forma e funzione. Le sagome dei mobili “escono” dalla cornice per trasformarsi in sedie e trasformare lo spazio in un funzionale giardino di sculture. Una volta esaurita la loro funzione, scompaiono nell’opera d’arte che li ospita

 

Autore

  • Ubaldo Spina

    Ricercatore e industrial designer del CETMA, si occupa di design management, business development e processi di sviluppo prodotto. Mentore del progetto WORTH, il più grande incubatore europeo finanziato all’interno del programma COSME per la creazione e il supporto di collaborazioni transnazionali tra designer, PMI e technology provider che desiderano sviluppare prodotti innovativi e di design nei settori moda, tessile, calzaturiero, arredamento d’interni, pelle, gioielleria e accessori. Il suo gruppo di lavoro ha ricevuto diversi riconoscimenti e segnalazioni ADI Design Index, nel 2011 e nel 2016 le Menzioni d’Onore al Compasso d’Oro. Diverse le esperienze internazionali nei principali programmi di scambio studentesco e lavorativo, Erasmus, Grundtvig, Relate, EID e i progetti svolti all’interno dei programmi comunitari Interreg, IPA, Framework Programmes RTD. Svolge attività di docenza e gestione di laboratori all’interno della BS de “Il Sole 24 Ore”. Coordina la sezione Design de Il Giornale dell’Architettura.com e le rubriche SOS Design (Design per l’emergenza) e Professione Designer

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