Femke Feenstra: olfatto e suoni per curare la demenza
L’approccio progettuale dello studio di Rotterdam per portare maggiore benessere, soprattutto nel settore sanitario, attraverso la ricerca
Published 11 dicembre 2023 – © riproduzione riservata
Tra il 2015 e il 2020 la professione dell’architetto nei Paesi Bassi stava attraversando un periodo di crisi. Femke Feenstra, architetta e interior designer olandese che diventerà in seguito il decimo socio nonché prima partner donna dello studio Gortemaker Algra Feenstra (GAF), si è trovata di fronte ad una scelta: adottare una strategia di riduzione dei compensi per essere più competitivi o esplorare strade alternative per proporre un’architettura che contribuisse a una società più sana senza compromettere la stabilità finanziaria dello studio.
Da sempre incline all’aspetto sociale della progettazione, Feenstra ha riconosciuto subito il potenziale della collaborazione con il mondo scientifico per creare ambienti migliori per la salute. Ciò ha portato ad un cambiamento di paradigma che oggi contraddistingue lo studio di Rotterdam come uno dei principali al cui interno viene svolta ricerca scientifica per la progettazione.
Questa intervista approfondisce l’approccio di Feenstra alla ricerca scientifica multidisciplinare per l’architettura e il suo ruolo nel fugare preconcetti e idee consolidate nel settore sanitario, promuovendo soluzioni progettuali volte a migliorare la salute e il benessere delle persone.
Negli ultimi decenni, gli sviluppi tecnologici della ricerca neuroscientifica hanno migliorato la nostra comprensione degli effetti che l’ambiente costruito ha sulla salute e sul benessere delle persone. In che modo questo ha influenzato e arricchito la vostra pratica architettonica?
Gli architetti dovrebbero spesso ricordare la grande quantità di conoscenze scientifiche a disposizione, come per esempio il modo in cui siamo influenzati dal suono, dal verde, dalla luce del giorno, dall’attività fisica e dall’orientamento. La sinergia tra ricerca scientifica e progettazione ci permette di affrontare problemi complessi e stimola cambiamenti significativi. Nel settore sanitario, mentre gli specialisti offrono numerose soluzioni per migliorare la salute dei pazienti, gli architetti devono chiedersi come contribuire alla realizzazione di un ambiente che possa avere un impatto positivo sul benessere dei pazienti. Ad esempio, abbiamo osservato che gli ospedali spesso prevedono programmi intensivi di esercizio fisico a letto per mantenere i pazienti attivi. Una ricerca ha evidenziato come, invece, solo il 15% dei pazienti di un ospedale necessiti realmente di una degenza a letto. La nostra proposta “Reactivating Hospital” è nata con l’obiettivo di cambiare la mentalità del sistema ospedaliero, incoraggiando l’attività dei pazienti al di fuori dei loro letti per migliorarne il recupero. I nostri interventi spaziali all’interno dei reparti hanno facilitato questo cambiamento, permettendo transizioni più fluide dalla stanza al corridoio, al reparto, al resto dell’ospedale e stabilendo un ciclo di 8 ore di attivazione, 8 di rilassamento e 8 di sonno.
Affinché l’architettura possa cambiare abitudini consolidate, dobbiamo dare priorità all’educazione degli individui sul ruolo vitale dell’ambiente costruito come strumento per aiutare popolazioni diverse. In quale fase dei vostri progetti vi impegnate attivamente in questa prospettiva?
Bij Ons (With Us) è principalmente un’iniziativa educativa volta a sensibilizzare i caregiver sul profondo impatto che ha l’ambiente costruito sulle persone, in particolare quelle fragili, come ad esempio quelle affette da demenza. Il nostro approccio prevede workshop e kit di strumenti personalizzati per i soggetti interessati, che includono diversi materiali come palette colori, schede scientifiche, texture e immagini di riferimento. Questi strumenti forniscono indicazioni su strategie di progettazione efficaci basate su conoscenze scientifiche, facilitando il miglioramento della visibilità, l’incorporazione di profumi e suoni desiderabili e l’introduzione strategica di proprietà tattili e luminose per regolare i ritmi biologici. Dando ai caregiver il ruolo di co-progettisti, noti come “care-designer”, Bij Ons (With Us) supporta la visione dell’architetto anche dopo la fine del suo coinvolgimento. In questo modo si favorisce un approccio progettuale organico e dinamico, in grado di rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei pazienti e dei loro familiari.
L’introduzione di approcci progettuali innovativi a volte influisce sulle mansioni svolte all’interno di un ambiente. C’è stato bisogno di adottare strategie di adattamento per affrontare questo problema?
Zierik7, una struttura di assistenza residenziale a Zierikzee, è un caso eccellente che illustra l’importanza di coinvolgere clienti, personale, assistenti e pazienti in workshop per favorire la transizione verso i nuovi ambienti. Attraverso questo processo ho scoperto che le soluzioni progettuali di successo devono incoraggiare i soggetti coinvolti a considerare come il nuovo ambiente avrà un impatto positivo sulle loro attività future. Questo richiede spesso un cambiamento significativo nelle loro routine consolidate, sottolineando la necessità di una comprensione completa del concept progettuale, che può richiedere diverso tempo.
Come abbiamo riscontrato nel nostro progetto “Reactivating Hospital”, in collaborazione con l’ospedale Diakonessenhuis, i modelli si sono rivelati un mezzo efficace per favorire la transizione del personale di Zierik7. Inoltre, questi modelli hanno agevolato le collaborazioni interdisciplinari a scopo di ricerca. Ad esempio, sono stati utili per comprendere le caratteristiche spaziali che influenzano il processo di orientamento dei pazienti affetti da demenza. Tuttavia, mi sono resa conto che affidarsi esclusivamente ad essi non è sufficiente; la collaborazione con i social designer per le fasi di transizione del personale può velocizzare il processo di miglioramento. Per questo motivo, nel prossimo semestre abbiamo in programma di condurre una ricerca progettuale evidence-based su Zierik7.
Zierik7 ha recentemente vinto l’EHD 2023 Awards Live Judging Design for Health and Wellness. Approfondendo il concept del progetto, mi sono risultati evidenti e ricorrenti i temi della dignità e della compassione intrecciati all’idea di casa.
In effetti, Zierik7 ha portato avanti una visione convincente del committente, sottolineando la realizzazione di 93 case individuali piuttosto che di una tipica struttura per anziani per 93 persone. Abbracciando questa idea, abbiamo proposto 93 porte d’ingresso e di uscita, assicurandoci che ogni unità abitativa risuonasse con l’essenza di una casa. Per evocare un senso di familiarità e di comunità, abbiamo orientato tutte le 93 porte d’ingresso verso il parco adiacente. Ho preso una corda e ho stimato la lunghezza della facciata necessaria a questo scopo, ottenendo così la disposizione organica che caratterizza il progetto. Inoltre, l’ubicazione è stata scelta con cura per facilitare la perfetta integrazione nel quartiere e per fungere da mezzo per reintegrare i residenti nella società. Sfruttando la vicinanza di una scuola e del futuro parco pubblico, abbiamo sostenuto l’inclusione della casa di cura all’interno del parco stesso. Questa strategia progettuale ha rafforzato in modo significativo il senso di appartenenza e di comunità dei residenti, favorendo l’empatia tra gli studenti e il vicinato.
Riconoscendo la disposizione asimmetrica di un progetto come Zierik7, si potrebbe intuitivamente pensare che sia in contraddizione con le tradizionali strategie di wayfinding, ma un recente studio di Sheynikhovich, Ramano e Alkachroum indica il contrario. Partendo da questo presupposto, ho notato che gli spazi di transizione, come i corridoi, utilizzano vari punti di riferimento sensoriali ed elementi attivanti per migliorare la salute fisica e cognitiva e favorire l’orientamento. Queste strategie sono in linea con molte delle vostre ricerche precedenti. Potresti condividere le tue idee sull’implementazione di queste strategie di wayfinding nell’ambito di questo progetto?
Zierik7 incarna la nostra ampia ricerca sulla cura della demenza, sottolineando il ruolo dell’olfatto e del suono nell’evocare ricordi e storie dimenticate, e le esigenze specifiche di orientamento delle persone affette da demenza. La ricerca dell’equilibrio tra narrative individuali degli assistiti e concetti astratti ha rappresentato una sfida significativa, che ci ha spinto a trovare una soluzione in grado di accogliere sia i residenti attuali che futuri. Per affrontare questa sfida abbiamo adottato una disposizione circolare con un numero minimo di corridoi ciechi, introducendo il concetto di “quartieri” contraddistinti da differenti caratteristiche degli spazi. Convergendo nel punto centrale, questi quartieri sono caratterizzati da elementi di riferimento importanti che fungono da punti di attivazione. Gli ampi corridoi sono stati trasformati in spazi interattivi, offrendo elementi coinvolgenti come puzzle, musica, storie, pareti sensoriali, viste esterne verso elementi naturali, o anche la possibilità di mangiare e cucinare. Differenziati per caratteristiche e dimensioni, anche i più piccoli elementi di riferimento, come gli armadietti integrati accanto a ogni porta sul retro, hanno offerto un’opportunità di personalizzazione degli spazi. Queste strategie progettuali incoraggiano i residenti a rimanere al centro del complesso, favorendo la vicinanza ai punti di riferimento e agli spazi condivisi di “quartiere”, e facilitando la circolazione all’interno della struttura. Così i residenti riconoscono istintivamente di essere a casa.
La libertà è un diritto essenziale che spesso diminuisce per la popolazione anziana nelle case di riposo. In che modo il vostro utilizzo dell’intelligenza artificiale in architettura contribuisce ad affrontare questo problema e dove si colloca il punto di equilibrio per garantire un’integrazione positiva tra intelligenza artificiale e interazione umana?
Considerando il crescente invecchiamento della popolazione, l’intelligenza artificiale offre ampie opportunità di progresso nel settore sanitario ed è diventata indispensabile per rendere possibili i ricoveri a domicilio. In Zierik7 abbiamo introdotto il concetto di living cycles, traducendolo poi in “cerchi abitativi” che consentono ai diversi gruppi di persone, in base allo stadio o al tipo di demenza, di accedere liberamente alle varie parti della struttura. I sensori elettronici e i localizzatori GPS ci hanno permesso di ripristinare un senso di libertà per i residenti, soprattutto considerando che abbiamo 93 porte d’ingresso al parco. Nella nostra ricerca Future Hospital, abbiamo posto l’accento sull’integrazione dell’assistenza domiciliare nel sistema sanitario, evidenziando la necessità dell’IA per gestire i problemi di sicurezza e mantenere un’elevata qualità di vita. Inoltre, il nostro progetto pilota, Carebnb, offre un ponte a coloro che tornano a casa dopo un ricovero ospedaliero. A differenza delle tradizionali case di riabilitazione, Carebnb coinvolge persone comuni che forniscono assistenza e compagnia, agevolate da un sistema integrato di supporto professionale basato sull’IA.
Architetta, laureata presso l’Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas. Ha conseguito il master in “Neuroscience Applied to Architectural Design – NAAD” dell’Università Iuav di Venezia. Certificato in System Design Thinking dalla Cornell University. Co-fondatore e direttore creativo dello studio di architettura, design e consulenza HAS – Hausstudio, con sede a Lima-Perù dal 2004. Membro dell’American Institute of Architects come associato internazionale (Int’l Assoc. AIA), membro dell’Academy of Neuroscience for Architecture LATAM Chapter (ANFA). Membro del Peruvian Association of Architectural Firms (AEA). Ha condotto il suo studio verso un approccio incentrato sull’uomo, sulle neuroscienze e sul System Design Thinking attraverso ricerca e progettazione basate su evidenze scientifiche. I suoi progetti spaziano nei settori istituzionale, culturale, ricreativo, commerciale, gastronomico, alberghiero e abitativo. Attualmente si concentra sull’intersezione tra emozioni, sentimenti e ambiente costruito. È relatrice in conferenze nel suo Paese. Camila integra le neuroscienze e l’architettura per sostenere e promuovere la progettazione di ambienti ed esperienze arricchite che abbiano un impatto positivo sulle strutture cerebrali e possano guidare il comportamento, favorire un attaccamento positivo, contribuire alla salute fisica e mentale degli utenti e promuoverne il benessere.