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La direttrice dell’elvetica «Archi» illustra le strategie per adeguarsi ai mutamenti in corso
Published 17 gennaio 2023 – © riproduzione riservata
Il Giornale dell’Architettura.com – nato come mensile cartaceo nel 2002 per diventare nel 2014 esclusivamente digitale – ci convoca per la celebrazione del suo ventesimo anniversario. «Archi», rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica, è stata fondata nel 1998 come organo ufficiale SIA (Società Svizzera Ingegneri Architetti) / OTIA (Ordini Ingegneri e Architetti del Canton Ticino), e quindi è nel 2018 – con il cambio di direzione – che ha compiuto i suoi 20 anni, mantenendo la sua veste cartacea ma avviando una significativa trasformazione.
Certamente abbiamo attraversato insieme un periodo in cui è radicalmente cambiato il mondo dei media, per cui – mutatis mutandis – a un certo punto ci siamo trovati di fronte a un bivio in cui probabilmente si giocava la nostra sopravvivenza come riviste specializzate. Quello che per «Archi» era evidente all’inizio di questa nuova fase, era la necessità d’impostare una chiara strategia editoriale che rilanciasse la rivista, affrontando le questioni fondamentali che poneva la crisi endemica delle inserzioni pubblicitarie.
In questo senso, gli ultimi cinque anni di attività sono stati cruciali per il raggiungimento di questo obiettivo, il quale non andava circoscritto a un mero progetto di marketing ma implicava una riflessione complessiva sul ruolo, le potenzialità e la collocazione di «Archi» in un preciso contesto di riferimento. È allora infatti che ci siamo posti alcune delle domande che oggi Il Giornale dell’Architettura.com ci rivolge con amichevole spirito di condivisione di fronte alle problematiche e difficoltà che le nostre pubblicazioni – cartacee e/o digitali – sono costrette ad affrontare quotidianamente: Che ruolo ha oggi una rivista di architettura? Come rapportare i tempi lunghi dell’interpretazione, della lettura critica e del lavoro redazionale con quelli istantanei dell’informazione digitale? Quali rapporti stabilire con il lettore e/o con i fruitori dei contenuti multimediali? Ma anche molti altri interrogativi che emergono sistematicamente dalle specifiche condizioni di produzione della nostra rivista.
Per trovare delle risposte era indispensabile prendere atto della differenza tra questi due format di comunicazione, delle sue intrinseche caratteristiche, puntando soprattutto sulla complementarità tra la rivista cartacea e il sito, individuando i punti di forza che avrebbero potuto guidare l’implementazione di una «strategia ibrida» in grado di utilizzare al meglio una risorsa fondamentale offerta dal nostro editore (dal 2010, espazium – Edizioni per la cultura della costruzione): quella di far parte attiva della rete espazium, mirando a potenziare le sinergie con la struttura editoriale complessiva – costituita anche dalle riviste «TEC21» (settimanale della Svizzera tedesca), «Tracés» (mensile della Svizzera francese) e dalla piattaforma multimediale trilingue espazium.ch – che copre l’intera Confederazione rivolgendosi a professionisti, tecnici e specialisti di tutti i settori dell’edilizia.
Era inoltre evidente che la questione della scelta delle modalità con cui l’editoria specializzata doveva misurarsi con la dimensione virtuale esigeva l’elaborazione di una strategia articolata a diversi livelli, la quale riguardava direttamente la definizione del profilo della nuova «Archi»: il cui compito è quello d’illustrare criticamente la cultura della costruzione della Svizzera italiana nell’ambito più generale della Baukultur elvetica. La sua specificità risiede, in ambito elvetico, sia nell’uso dell’italiano, sia nel suo radicamento nel territorio di appartenenza (la Svizzera italiana e la zona transfrontaliera allargata in funzione dei tradizionali rapporti culturali con l’Italia); la periodicità bimestrale e la sua struttura monografica permettono l’approfondimento degli argomenti tramite la collaborazione di esperti in differenti campi disciplinari (architetti, ingegneri, urbanisti, storici, geografi, specialisti dei più diversi settori tecnici), figure autorevoli dell’ambiente professionale e accademico, elvetico e italiano, che contribuiscono alla sua spiccata specializzazione. Diverse rubriche affiancano inoltre il nucleo tematico (le quali, oltre a permettere la coesistenza della pubblicità, rafforzano i legami con i principali gruppi di riferimento a livello cantonale), mentre il flusso dell’attualità si riversa sul sito.
Ma quali sono le misure che sono state progressivamente ipotizzate, verificate, aggiustate in questo travagliato percorso di crescita sempre pronto a mettersi in discussione? Senza pretese di esaustività, questa succinta anticipazione può solo elencare una serie di parole chiave che si qualificano come linee guida: Baukultur, interdisciplinarità, qualità, critica, innovazione, sostenibilità, spazio pubblico, abitare collettivo e intergenerazionale, tutela dell’ambiente, del territorio e del paesaggio, protezione del patrimonio storico, gestione della mobilità, concorsi… In sintesi: una serie di nozioni che sono solo un accenno alla strategia e alla linea editoriale di «Archi».
La serata del 24 gennaio ci può dare dunque l’occasione di riflettere e confrontarci su queste tematiche: sui rischi, le possibilità e gli strumenti necessari per la traversata verso un cambio di paradigma. Con la consapevolezza che si naviga a vista, che solo la difesa dei valori ritenuti sostanziali, assieme a una buona dose di pragmatismo e flessibilità, ci consentiranno di mantenere il timone saldo di fronte alle incertezze di un mercato editoriale particolarmente agitato.
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Si laurea in architettura in Argentina nel 1981 (FAU/ UNLP). Frequenta successivamente l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) specializzandosi in storia dell’architettura moderna e contemporanea. Ha svolto attività didattica e di ricerca in diverse università europee e americane. Tra le sue numerose pubblicazioni: Mario Botta Architect (CD-Rom, Lugano 1994); Guida all’architettura del Novecento. Svizzera (Milano 1995); Architetture nel territorio. Canton Ticino 1970-2000 (con G. Zannone Milan, Mendrisio 2001); 20 Architetti per venti case (Milano 2002); Eladio Dieste 1917– 2000 (con G. Silvestri e M.A. Chiorino, Milano 2003); Case Latino Americane (Milano 2006); Ville in Svizzera (Milano 2010). È stata membro del comitato di redazione della rivista «Casabella» (2000-2013) e dal maggio 2017 dirige la rivista elvetica «Archi»