Biennale 2018: i commenti

© Marco Introini

Arcipelago Italia: se i progetti non considerano i luoghi

Alcune riflessioni sul paradosso del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia – Il Padiglione Italia della Biennale di Architettura è destinato a suscitare un sicuro dibattito: a differenza delle edizioni precedenti pone l’esigenza dell’immediato impiego della ricerca architettonica in possibili politiche territoriali. Tale ambizioso obiettivo non era posto da tempo in questo genere di manifestazioni. Tuttavia il tema, sicuramente di una certa emergenza per l’Italia e recentemente sottoposto a numerosi studi nell’ambito della geografia e della pianificazione, avrebbe dovuto portare a risultati ben più coerenti proprio sotto l’aspetto architettonico.

Padiglione Centrale, Lacaton & Vassal (©Elena Franco)

Un’edizione che non rimarrà nella storia

I commenti a caldo di alcuni osservatori speciali – “Non epocale, generica, conservativa”. Pur con sfumature diverse e con qualche apertura di credito, il tenore dei primi commenti degli osservatori al “Freespace” delle Grafton è abbastanza univoco: edizione che non entrerà nel novero delle Biennali da ricordare. Soprattutto non paga il confronto con le ultime. Parte da qua Alberto Ferlenga, il rettore dello IUAV: “Koolhaas sembrava indicare la fine di un’epoca, Aravena portava una grande energia verso un nuovo orizzonte. Qui non si riesce a capire tanto bene quali siano obiettivi e senso generale dell’esposizione. Ed è una cosa che si vede anche nella modalità di allestimento con i commenti delle curatrici ad ogni lavoro, cosa che ho trovato un po’ stucchevole. Poi certo ci sono cose bellissime, però in generale non mi sembra un risultato epocale”.

Padiglione Centrale, Cino Zucchi Architetti (©Elena Franco)

Arianna ha perso il filo ed è rimasta a Naxos

Un commento del fondatore del Giornale, Carlo Olmo, al Padiglione centrale ai Giardini, che ospita una parte della mostra principale della 16. Biennale di Venezia – Chi non ricorda le languide note de Il Lamento di Arianna di Claudio Monteverdi? La povera Arianna dopo aver salvato Teseo viene abbandonata a Naxos. Uscendo dal Padiglione centrale ai Giardini curato da Yvonne Farrell e Shelley e McNamara, il visitatore spaesato si domanda se la povera Arianna non sia ancora in vacanza a Naxos.

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