Gli olandesi di Ventura Projects danno vita agli ex magazzini Raccordati che ospitano nove installazioni curate, tra gli altri, da Motosuke Mandai, Nitto Group e Stephan Hürlemann. Lungo la ferrovia, Alcova è la location tra le più interessanti della Design Week – Il secondo anno di vita di Ventura Centrale non ha deluso neanche in questa edizione della Design Week. Gli ex Magazzini Raccordati, depositi dismessi della stazione Centrale di Milano, non hanno smesso di sorprenderci dando vita a nove spettacolari esperienze, sempre sotto la guida di Ventura Projects, gruppo olandese noto per aver gestito per anni e con successo Ventura Lambrate, il distretto del design ora chiuso e sostituito da Ventura Future (FuturDome).
Curata da Marco Sammicheli, indaga il rapporto tra arte, design e industria attraverso il lavoro di Johanna Grawunder, Christoph Hefti e Antoni Malinowski, accompagnata da un progetto speciale degli studenti dell’ISIA di Faenza – Assab è nome di un porto di mare africano, One è primo numero della via Assab, nel quartiere di Cimiano, e numero primo della seconda edizione di 1+1+1, “format espositivo” ideato da Elena Quarestani e curato da Marco Sammicheli. Siamo in un’area interstiziale dell’evento Salone del Mobile + MiArt dove il luogo – gli ex-fabbricati della GEA, Grafiche Editoriali Ambrosiane – è l’intersecarsi di 3 ambienti +1 che intrecciano arte, design, industria, artigianato e urbanesimo. Lo scheletro della tipografia è un insieme di superfici su cui l’arte si ri-disciplina, riscrive, attraverso esposizioni site specific e laboratori, un immaginario articolato del paesaggio, tra archeologia urbana e desiderio di un nuovo urbanesimo.
L’occasione di Salone e Fuorisalone ha aperto e animato corti e giardini chiusi, da Sant’Ambrogio agli spazi adiacenti al Costello Sforzesco, dall’Università degli Studi alla Citylife di Daniel Libeskind – Il Fuorisalone non è solo esposizioni di prodotti ed eventi, ma anche l’occasione per scoprire o riscoprire cosa si nasconde dietro ai portoni dei palazzi milanesi. Cortili e giardini inaspettati si svelano durante una Design Week che permette di vivere gli spazi pubblici della città perché anche piazze e strade diventano il palcoscenico per il design.
Tra Ingo Maurer, Valli&Valli, Bulgari, Hay, Sonos e WeWork, spesso sono gli allestimenti a colpire prima degli oggetti esposti – Durante la settimana del Salone, ancora prima che dagli oggetti, spesso si rimane colpiti dagli allestimenti e dai luoghi scelti dalle aziende.
Minimale maestosità per un allestimento che rimarrà uno dei migliori ricordi di questa design week milanese – Gli occhi vedono, ma vedono soltanto i colori. Se i nostri occhi vedessero le forme e le materie non avremmo bisogno delle mani. Gli occhi vedono soltanto ciò che non possiamo toccare e che non possiamo raggiungere con il resto del corpo.
Salone e Fuorisalone sono importanti vetrine attraverso cui presentare la “swissness”, tra Palazzo Litta e zona Tortona, e la tradizione e innovazione dell’Indonesia – Il Salone e il Fuorisalone sono vetrine straordinarie per tutti i paesi che vogliano presentarsi, anche in modo istituzionale, al vasto pubblico del design che affolla Milano in questa settimana, appuntamento fisso a livello globale. Abbiamo scelto di raccontare due di queste avventure nazionali, molto diverse fra loro, ma significative e paradigmatiche, appunto per questo, dell’importanza delle manifestazioni meneghine.
La mostra di MADE eventi è allestita da Stefano Boeri, pronta per rispondere all’appello: costruire su Marte? Noi ci siamo! – Ci sono grandi schermi e luci rosse a squarciare il buio del Mall di Porta Nuova e ad accompagnare il visitatore nel viaggio verso Marte.
Sempre alla ricerca di nuovi orizzonti e di nuovi mercati, MADE eventi inquadra il Salone del Mobile puntando sull’estremo per il suo evento “space&interiors” (3° edizione) organizzando la mostra “The future of living and the planet of the future”. E trovando in Stefano Boeri colui che questo estremo può riempirlo di contenuti: in linea con la sua ricerca più recente il progettista milanese (e neo-presidente della Triennale) preconizza infatti condizioni invivibili per la Terra e la necessità che l’umanità traslochi su Marte.
La galleria Antonia Jannone ospita una mostra di disegni di Steven Holl, il Nilufar Depot in zona scalo Farini espone Lina Bo Bardi e Giancarlo Palanti e l’installazione gonfiabile Salvami/Andata-Ritorno collega la Stazione Centrale al Museo della Shoah – Fuorisalone ormai è diventato sinonimo di centinaia di eventi che, a partire dal sito web, risultano poco comprensibili per le scarne informazioni. Allora ci si orienta con le email che si ricevono, con i diari di Facebook e con le storie di Instagram. Un mare disomogeneo che porta benefici economici per la città ma dove la periferia che “va a Milano” non appare mai come centro catalizzatore. Questa dovrebbe essere la vera sfida del mondo del design, ricordarsi della sua utilità sociale, spesso dimenticata, invece ci confrontiamo con il fascino glamour di un aperitivo esclusivo, di una bizzarria di Maurizio Cattelan in zona Brera o di un’interessante architettonicamente, ma noiosa conferenza dell’ottuagenario Guido Canali, organizzata da Icon Design (gruppo Berlusconi), moderata dal figlio di Italo Lupi, Michele; tutto torna in un paese che vede sempre più i figli ripercorrere le gesta dei padri togliendo spazi agli altri.
Il Fuorisalone 2018 visto da via Tortona sembra un rito già vissuto, ricco e affascinante ma troppo compiaciuto di esserlo – È forse anche colpa del primo vero caldo stagionale – che appesantisce ritmi e movimenti – se il Fuorisalone 2018 visto da via Tortona appare un rito già vissuto. Scordiamoci la sorpresa e l’improvvisazione. Nomi e numeri sono da grande Fiera-Fuori-Dalla-Fiera. Con tutto il corollario di code, design-stars (da Karim Rashid a Michelangelo Pistoletto passando per Kengo Kuma), corner nazionali (su tutti quello asiatico) e pellegrini.
Mentre Foscarini mette in scena la lampadina a incandescenza con James e Susan Wines, Vitra s’interroga sulla funzione dei mobili nella società con Robert Sadler e Rachel Hayes stupisce per Missoni – MILANO. Se il Salone del Mobile non dovesse bastare, c’è sempre il Fuorisalone, ovvero circa 1.400 eventi organizzati da aziende del settore e non. Showroom, ma soprattutto spazi inediti come corti, giardini ed ex spazi industriali cambiano veste durante la settimana della Design Week per sorprenderci con coinvolgenti allestimenti come nel Brera Design District che anche quest’anno è tra i quartieri del design (che peraltro aumentano ogni anno) più animati e affollati.
In Zona Tortona, un loft in cui è possibile trovare materiali antichi ma perfetti – Anche durante la grande festa di Salone e FuoriSalone può capitare di fare incontri particolari.
Nella grande sagra del design di Zona Tortona, all’interno di Superdesign Show, “Superloft” è una rassegna di prodotti curata da Giulio Cappellini che presenta un loft, super appunto, popolato di pezzi di sicuro gusto e interesse. Ma qualcosa ti colpisce fuori dal coro, qualcosa che parla di altro e che è molto più vicino a un materiale che a un prodotto, più vicino al lavoro di un artigiano che a quello di un’azienda.