Le ragioni di uno speciale
A volte, il nutrimento principale del design sono le sue connessioni con la sfera privata di una persona o con riflessioni di carattere generale che abbracciano il nostro ruolo nel mondo e nella società. L’oggetto analizzato nella sua dimensione attiva ed evocativa e non come materia funzionale al soddisfacimento di un bisogno. Ciò che ci sorprende, in questo periodo storico, è la graduale polarizzazione del design e della società all’interno di due macro-tendenze: chi vive di apparenza e spettacolarizzazione e chi vive la discrezione come una necessaria forma di resistenza.
Abbiamo scelto, in questo speciale, di analizzare la seconda, non tanto come percorso di dematerializzazione, ma come atto volontario di chi desidera rendere la propria presenza impercettibile, di chi sta attuando una precisa strategia di popolamento di spazi e abitazioni riconoscendo l’importanza di una tregua, di un distacco, di un volume basso e di un riflettore spento. L’arte della scomparsa, appunto.
Lo speciale è un percorso fatto di numeri e dati, di storia della multifunzione e dell’approccio retrattile, di filosofie del design, di designer e prodotti che hanno placato la loro ansia di mostrarsi. La discrezione, quindi, come nuova faccia della modernità.
Come direbbe Pierre Zaoui nel suo saggio “L’arte di scomparire”, sottrarsi non per negare ma per affermare se stessi, e al contempo per far scomparire quello che ci definisce. Scomparire è aprirsi al mondo senza toccarlo, è gioia di “lasciar essere” le cose.
A cura di Ubaldo Spina
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