Padiglioni Biennale: compatibilità ambientale, la via spagnola
Un’installazione di bilance in legno e 5 diverse sezioni. La Spagna mette in mostra idee per la tutela delle risorse e per la compatibilità ambientale
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Il padiglione spagnolo pone al centro della sua offerta l’architettura con grande aderenza ai temi della Biennale e, in questo modo, non tradisce le aspettative del visitatore attento.
Questione di equilibri
In una Biennale dal titolo che è un objet trouvé, “Intelli-gens”, si aggiunge qui il neologismo “Internalities”, che subito prosegue in “Architectures for Territorial Equilibrium”.
Il padiglione curato da Roi Salgueiro e Manuel Bouzas mette in mostra una teoria di progetti estremamente interessanti che esemplificano come l’architettura contribuisca a ridurre le ricadute ambientali associate ai processi produttivi. Se il concetto di internalità è in contrapposizione al suo opposto esternalità, termine che in economia descrive i “costi indiretti che ricadono su persone e territori non coinvolti direttamente nella produzione di un bene” (Arthur Pigou, 1920), “Internalities” analizza in che modo l’architettura spagnola stia abbandonando i processi basati sull’esternalizzazione per contribuire alla decarbonizzazione del paese.
Il progetto mette in luce il lavoro di una generazione di giovani architetti spagnoli che utilizzano i loro progetti come strumento di mediazione ed equilibrio tra ecologia ed economia, ricercando l’uso di materiali locali, rigenerati e a bassa impronta carbonica, al fine di riattivare il legame tra le risorse e i paesaggi da cui provengono. La bella sala centrale ci accoglie con un’efficace scenografia di bilance in legno che esemplificano gli equilibri delle costruzioni.
“Balance” è il titolo dell’installazione che riunisce i 16 progetti architettonici selezionati tramite call aperta e realizzati da diversi studi. Ognuno è presentato mediante due plastici, per un totale di 32 maquette, in equilibrio. Tutto attorno modelli, foto, dettagli ci introducono a realizzazioni di sicuro interesse.

Ricerche e applicazioni
Le 5 sale laterali – per 5 assi di ricerca: Materiali, Energia, Mestieri, Rifiuti ed Emissioni – accolgono i risultati dell’indagine realizzata dai gruppi di ricercatori per analizzare la decarbonizzazione dell’architettura in Spagna.
La sala dei Materiali analizza le filiere nella regione cantabrica, dalle pratiche messe in atto nelle foreste naturali all’industria del legno anche rigenerato. Viene ricostruito il percorso del legno dalla produzione nei boschi al suo impiego in diverse tipologie di edifici, evidenziandone il potenziale come modello costruttivo fondato su risorse locali a bassa impronta ecologica.
La sala dell’Energia esamina la transizione energetica e le sue implicazioni paesaggistiche con particolare riguardo alla zona della valle del fiume Eume, sulla costa atlantica nordoccidentale della Spagna, interessata dalla produzione eolica e idroelettrica. Si propone un modello alternativo ai grandi parchi eolici, riducendo la scala d’intervento, moltiplicando e diversificando i luoghi di produzione.
La sala dei Mestieri si concentra sull’impiego della terra, materiale ampiamente utilizzato nella costruzione per le sue proprietà fisiche e la sua versatilità. Si evidenzia l’importanza del recupero di tecniche edilizie tradizionali proprie del territorio, come l’uso di argilla cotta, di terra compattata, di ceramica artigianale, grazie ai mestieri, fatti di persone e strumenti, che custodiscono e tramandano il saper fare.
L’asse Rifiuti esplora le strategie di recupero, circolazione e riutilizzo dei materiali di scarto dell’edilizia nell’area metropolitana della regione centrale di Madrid. L’attenzione è posta sugli edifici costruiti durante il boom edilizio del franchismo, edifici che, realizzati con materiali ad alta impronta di carbonio, si avvicinano alla fine del loro ciclo di vita, producendo materiali di scarto che potrebbero essere riutilizzati in future costruzioni.
Infine, la sala delle Emissioni mette in mostra l’intero ciclo dell’anidride carbonica legate alla vita di un edificio, portando esempi di riduzione delle emissioni nelle Isole Baleari. L’architettura contemporanea di queste isole persegue l’autosufficienza attraverso strategie di recupero e conservazione di risorse locali a basso contenuto di carbonio, tra cui la pietra di marés, i blocchi di terra compattata e il calcestruzzo ciclopico, nonché la ristrutturazione delle industrie locali a sostegno del riciclo di materiali precedentemente considerati scarti.

Convince anche l’allestimento
Elegante è l’allestimento con il legno come materiale principale, che non viene ostentato, ma anzi utilizzato in modo corretto come, ad esempio, nelle efficaci grandi cornici inclinate. Un discorso affrontato con coerenza e messo in scena con efficacia, non dimenticando come “il mezzo sia il messaggio” anche nell’allestire uno spazio in un contesto di confronto internazionale quale la Biennale di Architettura di Venezia. Il padiglione spagnolo dimostra come il tema dato può essere affrontato con precisione rimanendo nel solco dell’architettura e del progetto dando visibilità alle diverse forme di intelligenza emergenti nella lotta contro la crisi climatica.
Immagine di copertina: Internalities, Padiglione Spagna, Biennale Architettura Venezia 2025 (@Luis Díaz Díaz, courtesy Padiglione Spagna)
Internalities Architectures for Territorial Equilibrium
Padiglione Spagna alla 19^ Biennale di Architettura di Venezia
Sede: Giardini
Commissari: MIVAU (Ministero della Casa e delle Politiche Abitative), AECID (Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarrollo), AC/E (Acción Cultural Española)
Curatori: Roi Salgueiro Barrio, Manuel Bouzas Barcala
Visitabile fino al 23 novembre 2025

Nato a Milano (1963), dove si laurea in architettura al Politecnico nel 1987. Nel 1989 inizia il sodalizio con Pierluigi Cerri presso la Gregotti Associati International. Nel 1991 vince il Major of Osaka City Prize con il progetto: “Terra: istruzioni per l’uso”. Con Bruno Morassutti partecipa a concorsi internazionali di architettura ove ottiene riconoscimenti. Nel 1998 è socio fondatore dello Studio Cerri & Associati, di Terra e di Studio Cerri Associati Engineering. Nel 2004 vince il concorso internazionale per il restauro e la trasformazione della Villa Reale di Monza e il Compasso d’oro per il sistema di tavoli da ufficio Naòs System, Unifor. È docente a contratto presso il Politecnico di Milano e presso il Master in Exhibition Design IDEA, di cui è membro del board. Su incarico del Politecnico di Milano cura il progetto per il Coffee Cluster presso l’Expo 2015