L’urbanistica è una questione di prossimità

L’urbanistica è una questione di prossimità

Riflessioni e punti di vista sul progetto urbano nella contemporaneità, tra istanze di rigenerazione e di riqualificazione per il buon abitare

 

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Published 4 giugno 2025 – © riproduzione riservata

Un’importante innovazione introdotta negli ultimi anni nelle pratiche dell’urbanistica è l’attenzione alla città esistente, in particolare alla città recente, cioè quelle parti di città costruite a partire dalla fine degli anni ’50. Sono parti dove sono scarse le qualità dell’abitare e, per questo, richiedono interventi di rigenerazione o riqualificazione urbana.

 

Spazi, servizi e abitanti al centro

Affinché un intervento di rigenerazione-riqualificazione produca effetti di miglioramento delle qualità dell’abitare occorre che nell’operazione siano coinvolti non solo edifici, ma anche e soprattutto spazi pubblici e servizi pubblici e privati in quanto fattori determinanti per un buon abitare, anche per un intorno dell’area urbana. E, ovviamente, vanno coinvolti gli abitanti di quell’intorno. Infatti, spazi pubblici e servizi pubblici e privati sono fattori condizionanti per soddisfare le qualità base per un buon abitare.

Ma, dati i livelli di qualità urbana riscontrabili nella città recente (mediamente in Italia circa il 70-80% dell’area urbanizzata di una città grande, media o piccola), la rigenerazione-riqualificazione va concepita come un’ampia politica urbana di programmazione di un sistema di interventi su un’intera area urbana. Vengono proposte alcune considerazioni che sono il prodotto di sperimentazioni su città medio-piccole. 

 

Reti per città più eque e vivibili

Per ottenere i migliori risultati da una politica di rigenerazione-riqualificazione occorre una urbanistica di prossimità, secondo questa definizione: “potenzialità di movimento e di accessibilità pedonale, dello stare, di incontro e scambio e di attività in uno spazio urbano dotato di adeguate qualità per un buon abitare: accoglienza (spazi pubblici adeguati e accessibili a tutti, sicurezza, buona qualità ambientale), urbanità (servizi e attrezzature) e bellezza (anche nel grado minimo, capace di provocare sensazioni di bene-essere – ovvero sentirsi bene in un luogo grazie alla sua forma, alle attività che può accogliere e al suo valore sociale)”.

Sono qualità che richiedono un’urbanistica capace di uno sguardo ravvicinato sulla città, sui luoghi e sugli abitanti, con una forte focalizzazione sullo spazio pubblico, che gli strumenti urbanistici tradizionali non riescono ad avere, se non con difficoltà. Un’urbanistica di prossimità è un’urbanistica della piccola dimensione che utilizza metodi, contenuti e tecniche, con riferimento al disegno urbano, con le quali è possibile trattare quelle qualità del buon abitare.

Strategia principale dell’urbanistica di prossimità è un’equa distribuzione nella città di risorse urbane attraverso la costruzione di sistemi di spazi pubblici e di servizi pubblici e privati che siano percepiti dagli abitanti come di primaria rilevanza per valori, per simboli e per significati e dunque usati come luoghi e servizi centrali per quell’intorno o, a seconda del loro livello, per settori urbani o per l’intera area urbana.

Con il termine costruzione di sistemi si intendono il progetto e i relativi interventi necessari per connettere in un sistema unitario e riconoscibile, anche fisicamente, una pluralità di diverse componenti. Sono sistemi costruiti nella città esistente e dunque non potranno che avere una conformazione a rete, le cui maglie sono i percorsi (strade, viali, sentieri) che connettono tra loro i nodi (piazze, giardini e parchi) con i servizi in affaccio su di essi. Sono reti che possono essere definite reti di centralità. 

Per la costruzione delle reti di centralità un tema prioritario riguarda i criteri per l’individuazione della loro localizzazione e forma. In particolare: le caratteristiche dell’impianto urbano; la presenza di spazi pubblici e di servizi pubblici e privati già esistenti; la fattibilità di un loro potenziamento e la disponibilità di aree per la creazione di nuovi, operando sull’incremento o salvaguardia di valori ambientali, estetici, funzionali o sociali; le potenzialità del connetterli a sistema e di operare per una prevalente mobilità pedonale; la loro distribuzione nell’area urbana in relazione a una dimensione fisica massima di un intorno urbano che, per la stessa definizione di prossimità, può essere definito come quello dai punti più lontani del quale possono essere raggiunti nodi e maglie di una rete di centralità con una percorrenza a piedi di circa 1 km (ambiti 15 minuti).

Una rete di centralità individua un ambito urbano che si può definire: “piccola città nella città”, ovvero quartieri, o loro parte, o gruppi di quartieri, individuabili come ambiti 15 minuti, caratterizzati da una rete di centralità. Uno degli effetti potenziali dell’articolazione di un’area urbana in piccole città è l’incremento del senso di appartenenza degli abitanti prodotto da: riconoscibilità e caratterizzazione dei nodi e delle maglie della rete di centralità; partecipazione attiva nelle scelte per il progetto delle reti e nella cura, tramite comitati o associazioni, degli spazi pubblici; loro riqualificazione o realizzazione tramite sponsorizzazioni, partecipazioni, compensazioni edilizie.

Sistemi con più significati

Le reti di centralità hanno le caratteristiche di essere sistemi pluriscala, plurilivello, pluritematici. Sono sistemi pluriscala in quanto per il progetto delle reti di centralità vanno considerate contemporaneamente la scala urbana, la scala locale della piccola città e la scala delle singole componenti della rete. L’urbanistica di prossimità, infatti, produce effetti rilevanti non solo sulla scala di ambito, ma anche sulla percezione e sull’uso della città. L’urbanistica di prossimità presuppone e propone una città fatta di piccole città nella quale la rete delle infrastrutture e del verde di scala urbana connette le piccole città nel sistema urbano complessivo.

Sono sistemi plurilivello perché una rete di centralità può contenere nel sistema sia componenti di vicinato, sia componenti di livello di piccola città, sia componenti di livello urbano. Sono sistemi pluritematici perché nella costruzione di reti di centralità vanno considerati molteplici temi per il loro progetto: forma urbana (dal disegno delle reti di centralità e delle sue componenti fino alla forma della città); ambiente (il verde, le alberature, le acque superficiali); mobilità sostenibile (pedonalità vs automobilità, ristrutturazione della mobilità e della sosta, la strategie di erosione dello spazio dell’automobilità a favore di quello della pedonalità); salute urbana (la mobilità attiva, il verde, la bellezza, la socialità); economia urbana (la qualità urbana come incentivo alla localizzazione di attività); socialità (concertazione e partecipazione attiva, facilitazione alla costruzione di reti immateriali).

In occasione della Biennale dello spazio pubblico, uno dei temi oggetto di discussione sarà proprio la prossimità come fattore di progettazione della città pubblica contemporanea.

 

Immagine di copertina: esempi applicativi, città articolata in piccole città nella città. A sinistra San Severo (Foggia), a destra San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). Di Studio Coffice, 2023 e 2024

 

Per rendere operativa un’urbanistica di prossimità occorrono nuovi e adeguati strumenti urbanistici. Ma già da adesso, con la legislazione urbanistica vigente, si potrebbero introdurre i contenuti proposti dalla urbanistica di prossimità. Nelle esperienze svolte, è stato utilizzato uno strumento, un masterplan, contenente elaborati di tre tipi: uno Schema Urbanistico di Assetto Generale che rappresenta il disegno delle reti di centralità nel sistema urbano complessivo per una intera città o per parti di città; uno Schema Urbanistico di Assetto per ognuna delle Reti di Centralità; Linee Guida contenenti, in un adeguato equilibrio, un mix di prescrizioni e indicazioni per la qualità dei singoli progetti di intervento nelle singole reti di Centralità. Tale strumento va formalizzato come documento allegato ai Piani Regolatori Generali e ai Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile e con questi coordinato. Nel complesso, dunque, con l’urbanistica di prossimità si propone una strategia per la rigenerazione e riqualificazione urbana basata sulla concentrazione di interventi su sistemi di spazi pubblici e di servizi a valenza di centralità per l’ottimizzazione di loro sinergie reciproche ai fini della qualità dell’abitare.

Autore

  • Urbanista. Già Professore ordinario di Tecnica e Pianificazione urbanistica nella Sapienza Università di Roma. Ha diretto il Dipartimento di Architettura e Urbanistica della stessa Università e la International Federation for Housing and Planning Sabaudia Summer School on Urban Design. È tra i fondatori nel 2012 dello Studio Associato Coffice – Architettura e Urbanistica. È presidente della Sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Lavora sui temi della rigenerazione-riqualificazione urbana, della progettazione del paesaggio e dell’estetica urbana. È autore di libri, saggi e articoli.

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