Padiglioni Biennale: la Grecia svela gli arsenali, veneziani, di Creta
Un allestimento che non cede alla spettacolarizzazione. L’Intelligens di Ratti diventa Historica
LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI DELLO SPECIALE
Il Padiglione della Grecia, ai Giardini, quest’anno presenta un progetto dal titolo denso e meditato, IntelligensHistorica.
Restauri consapevoli
Un titolo che è già una presa di posizione: si tratta di un’intelligenza che si forma nell’intervallo tra ciò che la natura ha prodotto e ciò che l’uomo ha costruito, ma anche tra il sapere delle generazioni passate e le tracce materiali che ogni epoca ha lasciato nello spazio. A curare il progetto sono Nikos Skoutelis, Elisabetta Molteni, Klimis Aslanidis, Antonis Karamitrou e Anna Tsitonaki: un team articolato, internazionale, attento a tenere insieme rigore storico, progettazione architettonica e responsabilità culturale.
Il cuore della mostra è il racconto del restauro e del riuso degli arsenali veneziani di Heraklion e Chania, straordinari complessi portuali che testimoniano la lunga stagione di influenza veneziana su Creta. Ma il padiglione non è solo un contenitore di progetti: è un dispositivo di lettura critica. Più che mostrare, invita a comprendere. Più che spiegare, interroga. E lo fa con un linguaggio essenziale, fatto di materiali, fotografie, disegni e documenti che restituiscono con coerenza un’idea forte di architettura come pratica collettiva e storicamente situata.
Non c’è alcuna retorica della rovina né nostalgia per l’antico. Il lavoro sui due arsenali è presentato come un gesto di continuità e attualizzazione, in cui il restauro non è mai un semplice recupero, ma un’azione progettuale fondata sulla conoscenza e sulla responsabilità.
Materialità e coesione
Il percorso che ha portato alla trasformazione degli arsenali ha coinvolto una lunga indagine archivistica, lo studio approfondito dei materiali e delle tecniche costruttive, alcune delle quali risalenti al XV secolo. Ma soprattutto ha incluso il confronto diretto con la società civile: i nuovi usi degli edifici sono stati definiti in accordo con le comunità locali, attraverso processi partecipativi che hanno trasformato il restauro in un’opera collettiva.
È qui che l’IntelligensHistorica si intreccia con l’IntelligensCommunis, e l’architettura si fa strumento non solo di trasformazione spaziale, ma di coesione sociale e culturale. Ciò che colpisce è la cura con cui è stato affrontato ogni dettaglio: l’atmosfera originale degli spazi è stata preservata senza congelarla; le superfici murarie raccontano ancora la stratificazione storica; gli impianti tecnici sono stati integrati nei pavimenti per non interferire con la lettura dello spazio; malte e intonaci storici sono stati riutilizzati con coerenza materica e formale.
Le nuove strutture inserite, ispirate a forme e materiali storici, non mimano ma dialogano. L’intervento completa i fronti urbani sul mare, ricucendo relazioni spezzate, restituendo ai cittadini e ai visitatori un patrimonio che non è più solo testimonianza, ma spazio vivo, attivo, usabile.
In un contesto come quello della Biennale, dove spesso l’effetto visivo o concettuale prevale sulla sostanza, il padiglione greco sceglie consapevolmente di non seguire la corrente dominante. Questo è, al tempo stesso, il suo punto di forza e la sua possibile debolezza. La mostra non offre scorciatoie interpretative: chiede tempo, attenzione, spirito critico.
Alcuni potrebbero trovarla troppo austera o poco “spettacolare”. Ma è proprio in questa scelta radicale che risiede la coerenza del progetto: IntelligensHistorica non vuole stupire, ma far pensare. Non propone un’architettura come immagine o manifesto, ma come processo, come racconto in divenire, come forma di intelligenza distribuita tra luoghi, corpi, saperi.
Edifici che parlano di Mediterraneo
C’è poi una dimensione geopolitica che non può passare inosservata. Parlare di arsenali veneziani a Creta significa affrontare la storia intrecciata del Mediterraneo, con le sue rotte di scambio e di dominio, con le sue architetture che sono sempre il frutto di contaminazioni e di adattamenti.
La scelta dei due arsenali non è nostalgica, ma strategica. Mostra come la storia non sia mai un dato immobile, ma una materia viva da interrogare, da reinterpretare, da rilanciare. E lo fa in modo circolare. Gli edifici un tempo destinati alla costruzione navale sono oggi spazi per la cultura e la cittadinanza; le tecniche del passato si rivelano ancora efficaci per le esigenze del presente; il gesto del costruire non è visto come evento puntuale, ma come pratica continua. In questo senso, il padiglione greco è anche una critica implicita – ma netta – a certe derive della cultura architettonica contemporanea, troppo spesso ossessionata dalla novità, dalla firma, dalla forma-immagine.
IntelligensHistorica propone invece una via alternativa: quella di un’architettura che ascolta, che include, che costruisce lentamente, senza rinunciare alla qualità, alla precisione, alla bellezza. È un padiglione che non alza la voce, ma che ugualmente lascia un segno profondo.
Immagine di copertina: il padiglione della Grecia ai Giardini della Biennale di Venezia, 2025 (@Giorgos Messaritakis)
IntelligensHistorica
Padiglione Grecia alla 19^ Biennale di Architettura di Venezia
Sede: Giardini
Commissario: Efthimios Bakogiannis, Segretario Generale per la Pianificazione regionale e l’Ambiente urbano del Ministero dell’Ambiente e dell’Energia
Curatore: Nikos Skoutelis, Elisabetta Molteni, Klimis Aslanidis, Antonis Karamitrou, Anna Tsitonaki
Visitabile fino al 23 novembre 2025
Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi




