Padiglioni Biennale: in Austria, dove si vive meglio
Il confronto sulle diverse forme di abitare, a Vienna e Roma, è la linea rossa dell’esposizione ai Giardini
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Appena varcata la soglia del Padiglione Austria ai Giardini della Biennale, si ha la sensazione di entrare in uno spazio che non vuole imporsi, ma coinvolgere.
Vivere meglio, accogliere tutti
Non c’è nulla di monumentale o autoreferenziale nell’allestimento di Agency for Better Living, titolo del contributo austriaco alla 19° Mostra Internazionale di Architettura. Eppure, qualcosa colpisce subito: l’atmosfera densa, lo spazio che sembra abitato, vivo, lontano dall’astrazione spesso tipica delle esposizioni architettoniche. È un padiglione che non espone, ma accoglie.
I curatori – Sabine Pollak, Michael Obrist e Lorenzo Romito – affrontano con coraggio un tema che pochi osano trattare senza retorica: l’abitare come campo di tensione politica. Lo fanno con una scelta tanto semplice quanto efficace: mettere a confronto due città-simbolo, Vienna e Roma. Da una parte l’eccellenza dell’edilizia sociale pianificata, figlia di una visione statale forte; dall’altra, la vitalità spesso disordinata dell’autorganizzazione urbana, fatta di occupazioni, riusi, soluzioni precarie ma profondamente radicate nella realtà.
Rigore vs incertezza
Il padiglione si articola in spazi che rispecchiano questi due universi. Le sezioni ispirate a Vienna si distinguono per rigore e chiarezza: modelli in scala, planimetrie storiche, fotografie d’archivio dei grandi complessi residenziali, ma anche dispositivi immersivi che raccontano l’evoluzione di un’idea pubblica dell’abitare.
In contrasto, le installazioni dedicate a Roma sono più ruvide, e in questo sta parte della loro forza. Qui si incontrano frammenti di storie vere: video girati in spazi occupati, fotografie di stanze abitate collettivamente, testimonianze di chi ha trasformato ruderi abbandonati in luoghi di vita.
Un’architettura di resistenza e necessità, che parla di vulnerabilità ma anche di potere d’iniziativa. Non tutto è chiaro, alcune soluzioni sembrano improvvisate, ma forse è proprio in questa incertezza che il messaggio si fa più potente. Camminando nel padiglione, non si segue un percorso rigido. Si oscilla – fisicamente e concettualmente – tra le due visioni. Ogni elemento è pensato per stimolare il dialogo, non per chiudere un discorso.
Alcuni spazi sembrano appena finiti, altri come in attesa di essere completati dai visitatori stessi. C’è un’area con tavoli in legno grezzo, fogli sparsi, sedie spaiate: non è un’installazione, è una vera e propria area di lavoro, dove durante tutta la Biennale si terranno incontri, dibattiti, laboratori. E nel cortile, allestito come una piccola agorà, ci si può sedere e ascoltare voci provenienti da diverse città del mondo, tutte impegnate in progetti di better living.
Spazio vivo per un’architettura sociale
Non mancano le ambiguità. L’equilibrio tra esposizione e attivismo è difficile da mantenere, e a tratti si avverte il rischio che la complessità del reale venga semplificata o idealizzata. Alcune sezioni sembrano più didascaliche che realmente coinvolgenti, e l’inclusione del pubblico, sebbene auspicata, non sempre riesce a superare la barriera del linguaggio specialistico.
Tuttavia, il tentativo di rendere il padiglione un organismo vivo, attraversabile, aperto alla trasformazione, è sincero e tangibile. C’è una bellezza strana, quasi fragile, nel modo in cui il padiglione abita sé stesso. Nulla è pensato per durare, ma tutto sembra voler lasciare una traccia. Più che un’architettura da guardare, quella proposta dall’Austria è un’architettura da praticare.
E alla fine della visita, si esce con una domanda che resta sospesa: può l’architettura ancora incidere sulle condizioni di vita delle persone, oppure è destinata a inseguire le logiche del capitale?
Il padiglione non dà risposte. Ma pone la questione con forza e onestà.
Immagine di copertina: il padiglione dell’Austria ai Giardini della Biennale di Venezia, 2025 (@Luca Capuano, courtesy La Biennale di Venezia)
Agency for Better Living
Padiglione Austria alla 19^ Biennale di Architettura di Venezia
Sede: Giardini
Commissario: Ministero Federale dell’Edilizia abitativa, delle Arti, della Cultura, dei Media e dello Sport; Divisione IV – Arti e Cultura
Curatori: Michael Obrist, Sabine Pollak e Lorenzo Romito
Visitabile fino al 23 novembre 2025
Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi






