feld72 e Studio Hoffelner Schmid, Raiffeisen corner, St. Pölten (© Hertha Hurnaus, courtesy feld72)

Raiffeisen corner, progettare il benessere in azienda

Raiffeisen corner, progettare il benessere in azienda

A St. Pölten, in Austria, un progetto di feld72 sperimenta strategie per integrare spazi del lavoro e aree per relax, lavoratori e comunità 

 

Published 28 aprile 2025 – © riproduzione riservata

ST. PÖLTEN (AUSTRIA). Non appena usciti dalla stazione ferroviaria in direzione nord, ci si trova nel quadrante riqualificato di St. Pölten, capoluogo di provincia della Bassa Austria, un’area che è stata a lungo trascurata. 

Osservando la strada principale, all’incrocio di due strade appare un edificio per uffici la cui facciata scura e strutturata orizzontalmente, in cemento fibrorinforzato, contrasta il logo giallo che indica la stazione ferroviaria. 

 

Scuro all’esterno, luminoso all’interno

Quando il personale si è trasferito al Raiffeisen Corner, la nuova sede centrale di una banca ben radicata nella zona, ha dovuto camminare tra macerie e terra smossa. Da allora, la strada e l’area circostante si sono sviluppate in modo significativo. Diversi appezzamenti di terreno erano stati presi in considerazione ma, per una fortunata coincidenza, è stata scelta questa posizione, una delle migliori stando ai dipendenti. 

L’aspetto scuro del fronte esterno rivela poco della materialità aperta e luminosa dell’area d’ingresso, caratterizzata da pareti in argilla beige chiaro e da un pavimento in seminato color pastello. 

Il piano terra ospita un ristorante pubblico, molto frequentato sia dai dipendenti che dai clienti, e l’area di servizio destinata alle operazioni bancarie quotidiane dei clienti. Entrando, i visitatori vengono subito accolti da una chiara percezione spaziale dell’edificio. 

La disposizione è intuitiva. Il concept di base richiama una casa aperta, integrata nell’area circostante con il suo piano terra accessibile al pubblico, la scala e uno spazio per eventi e coworking disponibili su prenotazione. La scala luminosa collega le due sezioni principali dell’edificio, che si estendono al primo e al secondo piano e che ospitano il centro di consulenza, progettato per le interazioni con i clienti, e lo spazio di lavoro interno. Ciò che cattura l’attenzione sono gli elementi biofilici: le fioriere, le piante sospese e le pareti verdi presenti in tutto l’edificio. Un aspetto della nuova identità aziendale che si riflette anche nelle filiali già realizzate dall’azienda. 

 

Tra natura e spazi liberi

La ricerca evidenzia l’impatto positivo che la natura ha sulle persone all’interno degli ambienti a causa di quella innata attrazione – chiamata anche “biophilia” – che un essere umano prova per elementi naturali quali la luce del giorno, il verde e i materiali naturali. A coronamento dell’edificio c’è una terrazza panoramica, luogo perfetto per barbecue, eventi e per gli incontri dopolavoro che si tengono con cadenza mensile, ai quali è invitato a riunirsi non solo il personale del Raiffeisen Corner ma anche i dipendenti delle filiali bancarie vicine. 

La fase di pre-pianificazione ha comportato una stretta collaborazione tra la consulenza aziendale e la banca per sviluppare un concetto di lavoro contemporaneo e i requisiti spaziali necessari. 

Il risultato si basa sul principio centrale secondo cui “l’intero edificio è un luogo di lavoro“, il che significa che i dipendenti possono portare i loro laptop e telefoni e lavorare in qualsiasi luogo scelgano. 

Lo studio di architettura feld72, in collaborazione con lo studio Hoffelner Schmid, ha tradotto questo nuovo concetto di lavoro in una struttura spaziale flessibile che offre, allo stesso tempo, stanze tranquille per una maggiore concentrazione, e spazi per riunioni/appuntamenti interni o con i clienti, di dimensioni e configurazioni diverse, con tavoli rotondi, panche, sedie a sdraio o arredi mobili. 

Ciò che rende questo caso così convincente è la varietà di spazi, poiché la possibilità di avere il controllo sul proprio ambiente è direttamente proporzionale al miglioramento della salute mentale e del benessere. Uno spazio del genere consente ai dipendenti di adattare il proprio ambiente di lavoro ai propri ritmi individuali e naturali, di attività e di riposo, spesso associati al ritmo ultradiano. 

 

Non solo scrivanie ma zone relax

Gli studi indicano che la capacità umana di concentrazione continua e intensa è limitata a circa 90 minuti ed è seguita da una fase di minore energia. La convinzione diffusa che le persone possano lavorare ad alta intensità per otto ore di fila è un mito persistente che non si allinea con il modo in cui funziona il nostro cervello. 

Che si tratti di ambienti silenziosi o con rumori di fondo, angoli con vista aperta o appartati, è essenziale conoscere quale tipo di ambiente supporti meglio la nostra concentrazione limitando il più possibile le distrazioni. 

L’architettura svolge un ruolo chiave offrendo una varietà di spazi e soluzioni acustiche in grado di soddisfare le diverse esigenze. I cali di energia, che spesso si verificano dopo circa 90 minuti, sono solitamente segnalati dalla voglia di caffè o zucchero, da una sensazione di irrequietezza o spossatezza; ciò indica che si ha bisogno di una pausa. 

Queste pause comportano un cambio di posizione, come camminare, guardare lontano o spostarsi in un punto diverso, anziché fissare lo schermo. Ignorarle comporta un aumento dello stress e della stanchezza, e conduce a una minore produttività. 

Il Raiffeisen Corner offre anche spazi per controbilanciare questi cali di energia con sale relax, aree esterne con nicchie, ma anche spazi per socializzare, come punti dove prendere il caffè, zone pranzo all’ultimo piano e una “campus staircase”, una sorta di piazza interna per la lettura, gli scambi informali o persino per guardare assieme le gare sciistiche – abitudine tipicamente austriaca.

 

Le reazioni dei dipendenti

Nei luoghi di lavoro, la condivisione della scrivania è la norma; niente postazioni fisse, ma armadietti e borse per gli effetti personali. 

Com’è stata accolta questa proposta? “Non tutti i dipendenti hanno accolto subito il passaggio dalle scrivanie fisse ai modelli flessibili di condivisione. Alcuni di coloro che si sono trasferiti dalla precedente sede centrale hanno trovato difficile separarsi dai loro spazi di lavoro personalizzati – spiega l’esperto di facility service dell’azienda – non è facile uscire dagli schemi appresi”.

Due membri dello staff condividono le loro esperienze e preferenze contrastanti: “all’inizio, sedevamo nello stesso posto ogni giorno, ma col tempo ci siamo adattati e sparpagliati. Ora sono molto meno distratto perché le conversazioni intorno a me raramente sono correlate al mio lavoro. Per le discussioni, andiamo semplicemente in una sala riunioni o in una focus room. Prendo la mia borsa e mi muovo”. 

Un altro dipendente, tuttavia, ha avuto l’esperienza opposta: aveva bisogno di più spazio di archiviazione e materiali fisici, come documenti e raccoglitori, e preferiva lavorare vicino al suo team. Lo spazio soddisfa entrambe le esigenze. Segnalano, inoltre, che le conversazioni informali e le chiacchiere si sono spostate dalle postazioni di lavoro alle aree sociali, riducendo i livelli di rumore complessivi. I phone booth riducono ulteriormente le conversazioni sul posto di lavoro.

 

In ufficio come a casa

Una tale configurazione spaziale richiede adattabilità e coraggio da parte dell’organizzazione. Molti aspetti si rivelano solo nel tempo, richiedendo continui perfezionamenti e aggiustamenti, registrati tramite sondaggi tra i dipendenti e valutazioni su come viene utilizzato lo spazio di lavoro. 

Una stanza di consulenza, ad esempio, è stata considerata la più gradevole esteticamente ma la meno funzionale a causa della disposizione dei mobili. Nel complesso, tuttavia, il feedback è stato estremamente positivo. L’unico piccolo inconveniente, per essere davvero puntigliosi, è la privacy visiva limitata dovuta alle pareti di vetro che separano le stanze dai corridoi, per cui a volte risulta difficile sentirsi “invisibili”.

Ciò che è iniziato con una singola filiale si è poi esteso alle cinque filiali già rinnovate, mantenendo un’identità aziendale architettonica coerente. In linea con la filosofia del gruppo bancario, l’architettura trasmette un senso di regionalità e familiarità, promuovendo ciò che potrebbe essere definito come attaccamento al luogo. Non solo attraverso materiali locali, nomi e immagini delle stanze ispirati alla regione, ma anche attraverso archetipi spaziali culturalmente radicati, come la sala riunioni “Die Stube”, un tipo di stanza rurale tradizionale caratterizzato da una panca di legno e dalle sue iconiche sedie in legno curvato. 

Simbolo di intimità con un forte valore di riconoscimento, lo spazio è ben accolto sia dai clienti che dai dipendenti: “Mi sento come se fossi a casa”, racconta un dipendente. 

Il Raiffeisen Corner suscita molto interesse. Ogni mese si svolgono diversi tour, con aziende e persino classi scolastiche desiderose di esplorare l’edificio, che tra l’altro ha vinto il Best Workplace Award 2023. 

Ciò dimostra che gli spazi per uffici possono essere più di semplici luoghi di lavoro: possono essere ambienti che supportano il benessere, la connessione sociale e un senso di appartenenza. Una progettazione superficiale degli uffici trascura le diverse esigenze e preferenze degli individui. L’edificio deve rimanere fluido e flessibile, un organismo vivente in grado di modellarsi e adattarsi man mano che dipendenti e dinamiche organizzative cambiano nel tempo. 

Il futuro degli spazi (di lavoro) risiede in ambienti che si adattano alle persone e non il contrario.

Immagine copertina: Raiffeisen Corner (© Hertha Hurnaus, Courtesy feld72)

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Progetto: feld72 Architekten ZT GmbHStudio Hoffelner Schmid
Luogo: St.Pölten, Austria
Committente: Raiffeisenbank Region St. Pölten eGen
Project management: M.O.O.CON GmbH
Progetto illuminazione: Designbüro Christian Ploderer
Segnaletica e grafica: buero bauer
Dati: Progetto vincitore di concorso – Completamento: 2022 – Superficie costruita: 5.250 mq
Fotografie: Hertha Hurnaus
Premi: Callwey – Best Workspaces, DE / Vorbildliche Bauten Niederösterreich, AT

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Autori

  • Birgit Moser

    Architetta e ricercatrice a Vienna. Ha studiato architettura presso l'Università Tecnica di Vienna dove si è laureata nel 2018. Durante e dopo gli studi ha fatto esperienza in diversi studi di architettura. Nel 2022 ha completato il master "Neuroscience applied to Architectural Design - NAAD" presso l’Università Iuav di Venezia. Attualmente è tutor e dottoranda presso il Dipartimento di Teoria e Design degli Edifici dell'Università Tecnica di Vienna e lavora nell'ambito del progetto interdisciplinare "BUILD CARE - Building Support for Children and Families Affected by Childhood Stroke", in cui si indaga il ruolo dell'ambiente costruito nella vita quotidiana dei bambini e delle famiglie colpiti da questa rara malattia. Architect and researcher based in Vienna. She studied architecture at the Technical University of Vienna and graduated in 2018. During and after her studies, she gained experience in various architecture firms in Vienna. In 2022, she completed the postgraduate course “Neuroscience applied to Architectural Design - NAAD” at the IUAV in Venice. Currently, she is a project assistant and PhD student at the Department for Building Theory and Design at the Technical University of Vienna, within the interdisciplinary project "BUILD CARE - Building Support for Children and Families Affected by Childhood Stroke", where they investigate the role of the built environment in the everyday life of children and families affected by this rare disease.

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  • Clara Rius

    Architetta, laureata presso la Scuola Tecnica di Architettura di Barcellona nel 2001. Ha conseguito il master in "Neuroscience Applied to Architectural Design - NAAD " dell'Università IUAV di Venezia nel 2022. Partner e direttore di Ahead - Barcelona Healthcare Architecture. Dal 2002 lavora principalmente su progetti che riguardano la salute, progettando nuovi ospedali, ampliando e ristrutturando ospedali esistenti, strutture per la salute mentale, residenze per anziani e altri progetti sanitari. Negli ultimi anni ha concentrato i suoi sforzi e la sua ricerca sugli spazi per la cura, sulla progettazione incentrata sulla persona e sulle neuroscienze applicate all'architettura. La linea di lavoro principale è la ricerca di prove scientifiche che accompagnino i progetti di ambienti costruiti per migliorare le esperienze degli utenti e ricercare il loro benessere, oltre ad aumentare la consapevolezza della responsabilità e dell'impronta del proprio lavoro. È docente in corsi di architettura sanitaria e relatrice in diverse conferenze in tutta Europa.

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