Infrastruttura e paesaggio, la lezione di Autostrada del Brennero

La strada come questione tecnica. Ma anche come elemento di costruzione del paesaggio e di rapporto – attraverso le aree di servizio e le stazioni autostradali – tra la mobilità veloce e i territori attraversati. Non sono tanto comuni le occasioni di confronto serio, organico e scientifico sui temi delle infrastrutture. Il dibattito è spesso vittima di impostazioni ideologiche e di limiti, a volte difficilmente valicabili, tra diverse discipline.
In questa prospettiva, il percorso di ricerca intrapreso dai ricercatori del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano (Andrea Gritti, Elena Fontanella e Claudia Zanda) e la società Autostrada del Brennero per studiare un’infrastruttura cruciale e porla al centro di un ricco programma di eventi e manifestazioni merita di essere salutato come innovativo e al tempo stesso visionario. Perché un’autostrada (che collega la pianura con la montagna e apre l’Italia verso l’Europa) è un organismo vivente che ha bisogno di modificarsi e di trasformarsi nel breve, nel medio e nel lungo termine. Insieme alle forme dei paesaggi attraversati, cambiano anche le esigenze del traffico così come le aspettative di chi sosta nelle aree di servizio. C’è la necessità di impattare meno sull’ambiente e al tempo stesso quella di realizzare connessioni e sinergie con le comunità che vivono nelle regioni percorse da una traccia che quasi sempre è molto più del “nastro d’asfalto” con cui la si identifica.

 

Una mostra, un convegno e dei volumi per nuove modalità narrative

Proprio questi processi di trasformazione e adattamento suggeriscono l’adozione di nuove modalità narrative, come è avvenuto, prima, con l’inaugurazione della mostra “Autostrada del Brennero. Architetture e paesaggi” ospitata nelle affascinanti Gallerie di Piedicastello a Trento, promossa da Autostrada del Brennero SpA e DAStU (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano), in collaborazione con Alta Scuola Politecnica e Fondazione ing. Lino Gentilini (ne abbiamo scritto), poi, con le due giornate di un convegno internazionale che ha coinvolto decine di studiosi su temi assolutamente attuali (basti pensare ai progetti infrastrutturali finanziati grazie ai fondi PNRR) e, infine, con la pubblicazione dei volumi che hanno documentato e documenteranno l’intensa collaborazione tra Autostrada del Brennero e Politecnico di Milano.

La costruzione di una grande opera d’arte civile, come un’autostrada, riproposta con ricchi documenti storici d’archivio (Archivio leStrade, Milano; Archivio Pietro Porcinai, Fiesole; Autostrada del Brennero SpA, Trento; Fondazione ing. Lino Gentilini, Trento; MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma. Collezione MAXXI Architettura. Archivio Costantino Dardi), sembra trovare nel paesaggio – splendidamente restituito nella campagna fotografica condotta da Giovanni Hänninen – il proprio completamento, all’insegna di un ritrovato incontro tra natura e artificio. Sullo sfondo, emerge una visione che riposiziona il progetto di architettura e la forma del territorio al centro dei rapporti tra l’interno e l’intorno del tracciato autostradale e ripropone l’intenzione di sperimentare nuovi equilibri tra componenti tanto complesse e diverse.
L’11 aprile 2024 si è celebrato il cinquantesimo anniversario del completamento della tratta: dal 1974 l’Autostrada del Brennero è interamente percorribile, dal Brennero fino a Modena. Per questa ricorrenza Autostrada del Brennero spa e Fondazione Museo Storico del Trentino hanno promosso la mostra “La via del Brennero”, visitabile presso le Gallerie di Piedicastello fino a febbraio 2025.

@ Giovanni Hänninen, Eliporto, Salorno (BZ)

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