Finlandia (©Elena Franco)

Finlandia

“Mind-building”

 

Il padiglione finlandese curato da Anni Vartola parte da una tipologia specifica, l’architettura delle biblioteche e degli spazi bibliotecari pubblici, per indicare il luogo simbolo in cui si coltiva la libertà intellettuale e la creatività. Freespace quindi inteso come uno spazio libero per imparare, creare e condividere. Uno spazio pubblico non commerciale, aperto a tutti, gratuito.

La mostra, che trasforma il Padiglione Alvar Aalto in uno spazio bibliotecario temporaneo, esplora lo sviluppo dell’architettura delle biblioteche finlandesi attraverso una serie di esempi architettonici, coprendo oltre 100 anni di storia e presentando 17 casi inquadrati nei rispettivi contesti storici e teorici. Gli architetti che progettano biblioteche sono “mind-builder”, architetti della mente, e l’esposizione è una vera e propria celebrazione di questi luoghi; parla di cittadinanza attiva, libertà di parola e uguaglianza promosse dal movimento delle biblioteche, nonchè del potere dell’architettura di essere edificante e accogliente. Del resto i finlandesi esprimono la loro grande sensibilità su questi aspetti: molto invidiabili perché vedono l’architettura di questi luoghi preziosi per la cultura come una vera e propria forma d’arte che traduce i valori della società.

Contemporaneamente, la mostra rivolge l’attenzione alle biblioteche del futuro, illustrando l’esempio recente della nuova Biblioteca centrale di Helsinki, progettata dallo studio ALA Architects, che verrà inaugurata nel dicembre 2018. La grande struttura in legno, che sarà capace di accogliere 10.000 visitatori al giorno, sembra dialogare bene con il contesto: infatti, la piazza pubblica di fronte all’edificio continuerà all’interno, integrandosi con le funzioni più ricreative del piano terra, mentre la biblioteca, all’ultimo piano, dominerà sul centro di Helsinki. Innovazione, attenzione, sensibilità per un luogo che è visto che una vera e propria fucina di opportunità per la vita della comunità.

In Finlandia, il linguaggio dell’architettura è silenzioso ma potente. In questo caso, la qualità architettonica non indica la grandezza, ma la capacità di superare la prova del tempo e di aumentare l’orgoglio all’interno della propria comunità locale.

Autore

  • Arianna Panarella

    Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi

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