Emirati Arabi Uniti: Lifescapes Beyond Bigness
Il paese del Golfo guarda alla vita di tutti i giorni e ai suoi spazi attraverso quattro paesaggi umani e urbani
Gli Emirati Arabi Uniti scoprono che esiste una vita quotidiana dietro il gigantismo delle nuove città del golfo, scoperta che era già stata annunciata nella scorsa edizione della Biennale ove il padiglione era stato dedicato alla forma tradizionale degli insediamenti storici dell’area. Ne nasce un’esposizione che indaga quattro temi: gli insediamenti residenziali, la maglia delle strade urbane, i blocchi urbani e la relazione con gli spazi naturali.
Una teoria elegante di cavi e tondini permettono l’esposizione di immagini, disegni e modelli che, con pacata e rassicurante tranquillità, permettono una perfetta comprensione dei temi proposti. Lo schema a C contrapposte racchiude un cuore nel quale dei delicati modelli sospesi nello spazio illustrano le quattro tipologie di cui sopra. Sono quattro paesaggi umani e urbani che suggeriscono nuove forme di vita e sviluppo sostenibile oramai necessarie e urgenti in un modo che in pochi decenni ha cambiato completamente la propria prospettiva di vita in un senso che ben presto ha mostrato i suoi limiti.
L’esposizione è accompagnata da un volume che raccoglie i risultati delle ricerche effettuate e dove il curatore ed autore, Khaled Alawadi, riflette sull’importanza di introdurre la scala umana nei processi di disegno urbano. Di fronte alle pur recentissime celebrazioni delle realizzazioni a grande scala nel golfo si introduce l’attenzione a una non celebrata dimensione dei luoghi segreti legati alla vita di tutti i giorni. Non è un risultato da sottovalutare in una società che ha bruciato i tempi dello sviluppo e che, altrettanto rapidamente, scopre, forzata anche da delle prospettive di un futuro non più così fideisticamente votato allo sviluppo, che la progettualità deve essere informata da una visione ampia e che le città e gli ambienti costruiti devono essere abitati da persone, meglio se con bisogni e visioni comuni che permettano una vita improntata alla socialità e alla relazione.

Nato a Milano (1963), dove si laurea in architettura al Politecnico nel 1987. Nel 1989 inizia il sodalizio con Pierluigi Cerri presso la Gregotti Associati International. Nel 1991 vince il Major of Osaka City Prize con il progetto: “Terra: istruzioni per l’uso”. Con Bruno Morassutti partecipa a concorsi internazionali di architettura ove ottiene riconoscimenti. Nel 1998 è socio fondatore dello Studio Cerri & Associati, di Terra e di Studio Cerri Associati Engineering. Nel 2004 vince il concorso internazionale per il restauro e la trasformazione della Villa Reale di Monza e il Compasso d’oro per il sistema di tavoli da ufficio Naòs System, Unifor. È docente a contratto presso il Politecnico di Milano e presso il Master in Exhibition Design IDEA, di cui è membro del board. Su incarico del Politecnico di Milano cura il progetto per il Coffee Cluster presso l’Expo 2015





