I premi per le buone pratiche europee

I premi per le buone pratiche europee

2.000 candidature, per interventi realizzati e per giovani progettisti, da 27 paesi: Spagna e Italia i paesi più rappresentati

 

New European Bauhaus è un’iniziativa creativa e interdisciplinare che riunisce uno spazio di incontro per progettare futuri modi di vivere, situato al crocevia tra arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia”. Lo sfondo del programma aiuta a comprendere il senso dei premi assegnati, a settembre, al termine di un percorso iniziato circa un anno fa. I numeri di realtà e professionisti coinvolti sono significativi: oltre 2.000 progetti presentati nelle 10 categorie (ogni progetto poteva essere candidato in 3 diverse sezioni) a costruire un mosaico di “buone pratiche” a livello continentale. Progetti provenienti da 27 paesi, con quelli mediterranei (Italia e Spagna) a farla da padrone nei numeri assoluti.

 

2 sezioni e 10 categorie

La struttura del concorso è abbastanza complessa: la prima sezione riguarda progetti realizzati (costruzioni in prevalenza, ma anche programmi di natura culturale e formativa), la seconda invece è dedicata ai giovani progettisti. Le sezioni sono poi suddivise in 10 diverse categorie, con l’obiettivo di coprire un ampio spettro di approcci e identità dei lavori, pur senza differenziazione di scala o di uso e funzione, né tantomeno di tipologia d’intervento. Una scelta che ovviamente impatta in parte sulla chiarezza del percorso e porta i progetti più apprezzati a comparire in diverse sezioni.

Il metodo adottato per l’assegnazione dei premi dalla Commissione Europea ha vissuto momenti diversi. Nel primo i progetti sono stati sottoposti a una sorta di votazione “popolare” tra tutti gli iscritti al portale di NEB, nel secondo invece la giuria formata dagli esponenti dei partner del programma ha assegnato i premi scegliendo nelle shortlist di 30+30 candidature: metà dei progetti finalisti (15) è spagnola; seguono 5 italiani, 2 tedeschi, 2 portoghesi. Gli altri da Austria, Francia, Cipro, Belgio, Polonia e Romania.

A seguire elenchiamo i lavori premiati, evidenziando sinteticamente i caratteri che ne fanno interventi emblematici di un nuovo, possibile, orizzonte architettonico.

 

Categoria 1: Tecniche, materiali e processi di costruzione e progettazione

ERDEN PURE Walls – Martin Rauch / Schlins / Austria
Proposta tecnologica e costruttiva per “mattoni” prefabbricati e non stabilizzati (ovvero senza aggiunta cemento) in terra cruda, costituiti da materiale al 100% naturale e completamente riciclabili. La composizione permette una regolazione passiva della temperatura degli spazi interni e il controllo dell’umidità. La materia prima è terra estratta da cantieri locali, quindi “riscatta” un prodotto di scarto. La prefabbricazione ottimizza la produzione e la costruzione, innovando una tecnica antica e ad alta intensità di manodopera.

 

Categoria 2: Edifici ristrutturati in uno spirito di circolarità

Gardens in the Air – Sergio Rodríguez Estévez / Siviglia / Spagna
Giardino verticale realizzato in un quartiere di Siviglia, Tres Barrios-Amate. È formato da cassette in legno, appese alle facciate di edifici obsoleti e senza particolare qualità. La scarsa efficienza energetica degli alloggi obbliga gli abitanti, in prevalenza anziani e immigrati, a dipendere da macchine esterne per il condizionamento estivo. Le piccole aiuole appese sono irrigate proprio con l’acqua riciclata dalle unità di condizionamento dell’aria e hanno l’obiettivo di migliorare l’habitat ambientale.

 

Categoria 3: Soluzioni per la co-evoluzione dell’ambiente costruito e della natura

RoSana – Anna Heringer e Martin Rauch / Rosenheim / Germania
È una piccola guest-house di un centro ayurvedico. L’obiettivo, in coerenza con il programma funzionale, è un’architettura “sana” e capace di ristorare i fruitori alludendo ad un’armonia con l’ambiente in cui si inserisce. La struttura è realizzata con pannelli in legno massiccio senza colle chimiche, le pareti interne delle stanze sono in intonaco e in terra cruda, mentre la facciata è rivestita con elementi in larice. Tutti i materiali sono presenti nella vicina foresta.

 

Categoria 4: Spazi urbani e rurali risanati

LA FÁBRIKA DE TODA LA VIDA – Helena Ortiz / Los Santos de Maimona / Spagna
Nell’Estremadura rurale, Fábrika è un opificio franchista per la costruzione di cemento, abbandonato per decenni. Un gruppo di giovani l’ha riportato in vita ospitando una serie di programmi e usi innovativi, utilizzando prevalentemente materiali donati e riciclati. Sono stati realizzati un cinema all’aperto, un luogo di apprendimento dedicato all’edilizia sostenibile, uno spazio aperto che rigenera un suolo inquinato attraverso nuove piantagioni, una piattaforma per promuovere musicisti emergenti e alcuni laboratori per la didattica e la ricerca applicata.

 

Categoria 5: Prodotti e stile di vita

AYR sustainability platform – Catarina Selada / Matosinhos / Portogallo
AYR è una piattaforma basata su blockchain che ricompensa gli utenti quando scelgono la mobilità dolce (biciclette, biciclette elettriche, monopattini, spostamenti a piedi, veicoli in condivisione e trasporti pubblici), attualmente disponibile a Matosinhos. La piattaforma quantifica la CO2 che gli utenti “risparmiano” scegliendo un’alternativa all’automobile privata. Le mancate emissioni sono convertite in unità di credito verde che gli utenti possono immagazzinare in un portafoglio digitale e poi utilizzare per acquisire servizi o beni.

 

Categoria 6: Conservazione e trasformazione del patrimonio culturale

Xifré’s Rooftop: “Floating” Wild Garden – Sergio Carratalá Lamarca / Barcellona / Spagna
Il progetto costruisce una serie di giardini “galleggianti” sulla copertura di un edificio vincolato, alto 10 piani, l’Els Porxos d’en Xifré. Esito di un concorso, conserva la struttura e i materiali originari, trasformando il tetto in un ritrovato quanto inatteso giardino mediterraneo, strutturalmente autonomo: con dune di terra, panchine, sentieri e percorsi accessibili ai residenti come ritrovato spazio d’incontro. Ambisce ad avere un alto impatto ecosistemico locale con stagni, nidi per uccelli e oltre 50 specie di piante. È energeticamente autosufficiente grazie ai pannelli solari, alla raccolta dell’acqua piovana e al compostaggio.

 

Categoria 7: Luoghi ripensati per incontrarsi e condividere

ULIA GARDEN – Leyre Rodriguez / San Sebastian / Spagna
Il parco è un progetto inter-generazionale, sviluppato da alcune donne nel luogo in cui sorgevano i vivai di Ulía, che hanno rifornito di piante e fiori l’intera città per tutto il XX secolo. Il sito era abbandonato, in attesa di essere trasformato in un complesso residenziale. Alcuni cittadini si sono invece opposti per chiedere che fosse trasformato in un parco pubblico di quasi 15.000 mq che comprende serre e orti: un luogo di incontro in cui residenti del quartiere, senzatetto, rifugiati e persone con disabilità si dedicano al giardinaggio e coltivano cibo.

 

Categoria 8: Mobilitazione della cultura, delle arti e delle comunità

ESSERI URBANI – Alessandra Neglia / Locorotondo / Italia
Un programma complesso di rigenerazione urbana e sociale che utilizza l’arte contemporanea come strumento privilegiato, proponendo al pubblico il lavoro di artisti emergenti con mostre gratuite all’aperto. Il primo festival si è svolto nel 2019 nelle strade di Locorotondo. Ciascun evento è calibrato sulle specificità locali e vuole sviluppare strumenti di accesso alla cultura, al turismo sostenibile e al lavoro. Il progetto è un’occasione per creare una connessione tra comunità, paesaggi e architettura locale con l’espressione artistica contemporanea come medium.

 

Categoria 9: Soluzioni di vita modulari, adattabili e mobili

APROP Ciutat Vella – Eduard Cabré Romans / Barcellona / Spagna
APROP è acronimo di “alloggi provvisori di prossimità”, ed è un programma della municipalità di Barcellona per combattere la gentrification. Offre alle famiglie sfrattate alloggi di emergenza dignitosi, sostenibili e a prezzi accessibili nel loro quartiere, in attesa di soluzioni abitative a lungo termine. È un sistema di costruzione leggero, modesto e modulare che utilizza container assemblati con facciate che ambiscono a costruire una relazione visiva con il paesaggio urbano del centro storico. Ciascun edificio può essere smontato, trasportato e adattato alla destinazione successiva.

 

Categoria 10: Modelli di istruzione interdisciplinari

Degree in Design. Universidad de Navarra – Carlos Naya Villaverde / Pamplona / Spagna
Nel 2016 l’Universidad de Navarra ha lanciato un corso di master in Design per formare progettisti versatili e creativi, attraverso un approccio innovativo e incentrato sull’utilità del design per la società. Tutti i contenuti teorici, pratici e tecnici sono applicati ai progetti; questo consente agli studenti d’imparare attraverso la pratica e di entrare in contatto con professionisti di diversi settori. L’integrazione di contenuti e competenze aiuta gli studenti a collegare e comprendere il corpus di materie, idee e insegnamenti.

 

Sezione “giovani progettisti”: i 4 italiani vincitori:

Eco-quartiere Porto di mare nella categoria “Spazi urbani e rurali risanati”, di Tommaso Mauri, Milano
Ammodernamento del Sito Unesco di Ivrea nella categoria “Conservazione e trasformazione del patrimonio culturale”, di Giuseppe Galbiati, Ivrea
Materieunite nella categoria “Prodotti e stile di vita”, di Jacopo Cardinali, Terni
Ricostruzione sociale post-emergenza nella categoria “Luoghi ripensati per incontrarsi e condividere”, di Ludovica Gregori, Firenze.

Gli altri giovani progettisti premiati:

Abitare un paesaggio chiuso (Spagna) nella categoria “Tecniche, materiali e processi per la costruzione e la progettazione”, di Siddartha Rodrigo, Santa Margalida – Mallorca
Zero Waste House (Slovenia) nella categoria “Edifici ristrutturati con spirito di circolarità”, di Jona Rak Koceli / Žalec
Nest (Spagna) nella categoria “Soluzioni per la co-evoluzione dell’ambiente costruito e della natura”, di Magdalena Mróz, Barcellona
Spazi per riconnettere i cittadini con le città (Spagna) nella categoria “Mobilitazione della cultura, delle arti e delle comunità”, di Giulia Damiani, Barcellona
Homeless housing (Danimarca) nella categoria “Soluzioni abitative modulari, adattabili e mobili”, di Astrid Lykke Nielsen, Holbæk
Klasse Klima (Germania) nella categoria “Modelli educativi interdisciplinari”, di David Reitenbach, Berlino

 

È tutto architettura o l’architettura non esiste più come disciplina? La carrellata dei progetti premiati permette – forse impone – una riflessione decisiva. La scena che NEB ricostruisce, tra esperienze emblematiche e buone pratiche, è composta prevalentemente da azioni tattiche e temporanee, programmi sociali, piccole e puntuali operazioni di trasformazioni, quantitativamente modeste. La forma architettonica, come l’abbiamo conosciuta nel Novecento, tende a scomparire, o meglio a sfumare, diventando solo una delle molteplici possibilità d’intervento sugli assetti ambientali e sociali. La dimensione fisico-spaziale non è più l’unico sfondo dell’architettura ma uno dei tanti, tra diversi livelli di virtualità interagente. Il quadro si allarga, ricomprende discipline e attori e sembra modificare nel profondo lo stesso concetto della progettazione architettonica.

Sito ufficiale con i premi e tutti i progetti candidati: https://prizes.new-european-bauhaus.eu/home

 

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