The green power of Marmomac
Al via da oggi a Verona la 54.ma edizione di Marmomac. Ospite d’onore della giornata inaugurale, il designer franco-marocchino Hicham Lahlou, in un suggestivo allestimento green che non ha tradito le aspettative
VERONA. Corridoi verdi ad altezza d’uomo introducono il padiglione Italian Stone Theatre dove stamane, come da tradizione, si è svolta la cerimonia inaugurale della 54.ma edizione di Marmomac, la fiera leader del settore lapideo, in calendario a VeronaFiere sino al 28 settembre.
Le diverse varietà di piante ricordano ambientazioni lacustri e si sviluppano fitte, concentrandosi in prossimità dell’entrata. Poi, avanzando liberamente nello spazio, s’incontrano alti canneti di bambù che fanno da quinta scenografica a spazi relax; strati di pacciamatura in corteccia che costituiscono la base per alcune opere protagoniste delle quattro mostre; erbe aromatiche da macchia mediterranea.
Il fulcro espositivo della fiera risponde, anche quest’anno, alle aspettative generate dalle anticipazioni (grazie anche alla collaborazione dall’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) e ne personifica il tema della rassegna: “Naturality”. Una rassegna che su oltre 80.000 mq distribuisce 12 padiglioni e aree esterne per un totale di 1.650 aziende espositrici (di cui 64% estere con 4 new entry: Filippine, Namibia, Uzbekistan e Zambia) richiamando 68.000 operatori specializzati e grandi buyer attesi da 150 nazioni.
Sono i numeri ricordati dallo stesso presidente dell’ente fieristico, Maurizio Danese (presente, tra le altre autorità, insieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia e al primo cittadino di Verona, Federico Sboarina) che ha ribadito obiettivi e linee guida: puntare sempre di più alla qualità (anche nella lavorazione della materia), aiutando il mercato a “fare chiarezza” e a prediligere le caratteristiche inimitabili della pietra naturale; investire nella formazione (come confermato dal nuovo format “Meet the inspiration”, rivolto ad architetti, designer e arredatori) nonché nei consolidati incontri b2b (focalizzati su lusso, lastre e attrezzature); potenziare i saloni all’estero.
Dopo le fiere satelliti di Brasile e Stati Uniti il prossimo obiettivo è difatti l’espansione in Asia e, in particolare, in Cina. L’internazionalizzazione è, del resto, da sempre la parola chiave (ribadita anche da Zaia con i dati del contesto regionale: 1.200 aziende venete di cui 500 veronesi) nonché la vera forza dell’appuntamento scaligero insieme a tecnologia e innovazione.
Ed è proprio in aderenza a queste ultime che si è scelto di dedicare, nell’ambito dell’area forum del padiglione, un apposito focus: il progetto dal titolo “The innovation of products through the innovative process”, sviluppato in collaborazione con l’Agenzia per l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice). Sei start-up che presentano risultati all’insegna del riutilizzo dei materiali. Alcuni esempi fra i più significativi? I mattoni a blocchi realizzati con i detriti di demolizione di fabbricati o con i residui dello scavo di marmi e pietre (Catalyst Group, Firenze), la progettazione e produzione di stampanti in 3D per opere di grandi dimensioni utilizzando scarti di lavorazioni minerali (Desamanera, Rovigo) o la giacca realizzata con una membrana contenente polvere di marmo (Fili Pari, Milano). Impermeabile, traspirante, antivento, ritardante la fiamma e resistente all’abrasione, questo nuovo “tessuto” (brevettato con il nome di “VEROMARMO”) sembra già avere le carte in regola per una molteplicità di utilizzi, spaziando dall’abbigliamento all’arredo.
A caratterizzare inoltre la giornata d’apertura è stata la speciale presenza dell’architetto e designer franco-marocchino Hicham Lahlou, membro del Board dell’Organizzazione Mondiale del Design nonché co-autore, con Mugendi M’rithaa, della pubblicazione “Génération africaine: La force du design”: un “viaggio” alla scoperta di 50 designer africani rappresentativi della forza creativa del continente. Una finestra di dialogo dal grande potenziale e in continua evoluzione.
Immagine di copertina: una veduta dell’allestimento del Padiglione “Italian Stone Theatre” a Marmomac 2019
Si laurea nel 2002 in Lettere Moderne (indirizzo storico-artistico) all’Università degli Studi di Trieste con una tesi di ricerca in Storia Medievale. Dopo un master in Art and Culture Management al Mart di Rovereto e uno stage presso “Il Giornale dell’Arte” (Società Editrice Umberto Allemandi & C, Torino) alterna didattica e collaborazioni editoriali ad attività di comunicazione e ufficio stampa. Attualmente svolge attività giornalistica occupandosi di temi artistico-culturali. Dal 2008, a seguito di un’esperienza in redazione, collabora con “Il Giornale dell’Architettura” per il quale segue fiere di settore e format speciali. Nel 2016, in occasione della 15. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, ha ideato e gestito il progetto “Speciale Biennale Live”. È corrispondente de “Il Giornale dell’Arte” e curatore del supplemento “Vedere a Venezia”