Cosa aspettarsi dal Salone del Mobile. Milano 2018
Report della conferenza stampa (un po’ sottotono) della 57° edizione della manifestazione internazionale punto di riferimento per il settore dell’arredo e del design. A Milano dal 17 al 22 aprile
MILANO. La 57° edizione del Salone del Mobile è stata presentata la scorsa settimana nella gelida Aula magna dell’Università Bocconi disegnata dalle Grafton. Come ogni anno una grande folla di giornalisti e addetti ai lavori era presente per partecipare a quello che è un importante evento per la città e per il mondo intero del design. Purtroppo quest’anno le attese sono state un poco disattese. Nessun presentatore o volto noto a moderare la press conference, ma bensì la giornalista vicedirettore vicario del “Corriere della sera” Barbara Stefanelli che, per quanto ben preparata, non è riuscita ad animare più di tanto il dibattito con gli ospiti saliti sul palco (neanche il simpatico Fabio Novembre, nel panel di architetti completato da Piero Lissoni e Stefano Boeri, ha movimentato la situazione), forse anche perché la scaletta era non brillantemente scandita da alcune parole chiave, concetti che rappresentano forse l’unica novità di questa edizione. È stato infatti presentato quest’anno il primo Manifesto del Salone del Mobile, a sottolineare che il Salone “non è solo una fiera” e, soprattutto, il grande rapporto che questi ha con la città di Milano.
Come ormai noto, una volta all’anno per una settimana, confluiscono in città centinaia di migliaia di addetti ai lavori che, mescolati a un pubblico festoso e sempre più coivolto, creano una rete di contatti, di opportunità e idee irraggiungibile da parte delle varie design week nel mondo. Un’esperienza che attira non solo gli specialisti ma anche coloro che non lavorano direttamente nel campo del design, sebbene pur sempre nell’alto di gamma, dando vita a un processo virtuoso basato su alcuni elementi chiave che hanno permesso di concepire il manifesto presentato: impresa, qualità, progetto, sistema, giovani, comunicazione, cultura. Un invito, quindi, che la storica istituzione rivolge a se stessa a fare sempre meglio, ma anche un invito rivolto alla città e a tutti gli operatori affinché «imparino a fare rete». Come ha sottolineato il sindaco Giuseppe Sala, il Salone «è un marchio distintivo di Milano. Molto più di una semplice esposizione di arredamento, il Salone è un evento internazionale, laboratorio di sperimentazione e ricerca, luogo di incontro e vetrina di nuovi business».
Milano e il Salone sono affiancati anche per quel che riguarda il discusso tema del Museo permanente del design a Milano. Sala, così come il presidente del Salone Claudio Luti, non han perso l’occasione per sottolineare, forse con troppo zelo, questa mancanza risultando, a ben vedere, quasi fuori luogo. A Milano un Museo del design c’è già, quello della Triennale, ma evidentemente quando si parla di Museo tutti hanno in mente solo la classica raccolta stabile di oggetti dimenticando, così, il grande lavoro svolto dall’istituzione di viale Alemagna con il proprio Museo del Design che si rinnova ogni anno da un decennio con grande successo di pubblico e critica.
Nessun effetto speciale parrebbe però d’intravedere in questa 57° edizione che si preannuncia, come sempre, ricca di presenze e progetti con oltre 205.000 mq di superficie espositiva e più di 2.000 espositori: alla presentazione, oltre sottolineare il proprio legame con la città, non viene raccontato molto di più, se non che il Salone tornerà in città con un’installazione in piazzetta Reale, un padiglione progettato e sviluppato dallo studio Carlo Ratti Associati volto a indagare il rapporto tra la natura e l’abitare.
Parlando di giovani, non mancherà ovviamente la nuova edizione del Salone Satellite pronta, anche quest’anno, a riflettere e a indagare il futuro del design: il tema assegnato ai 650 giovani protagonisti selezionati è “Africa / America Latina: Rising Design – Design Emergente”. Le rassegne biennali per il 2018 sono cucina, con FTK e bagno, ambienti della casa sempre più strategici nella visione del migliore abitare.
Per concludere, una presentazione un po’ sottotono, ma sappiamo che alla fine il Salone del Mobile non ci deluderà, come d’uso animato da una moltitudine di proposte e prodotti, presentati dalle aziende e dai designer, improntati a una qualità sempre più alta.
Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi